Instagram, l’inquietante monotonia dei selfie

di Maria Lombardi
2 Minuti di Lettura
Venerdì 11 Maggio 2018, 00:08
II turisti cinesi
fotografano anche 
le foto stesse
@dariomatass


Il mondo è bello perché è vario. Non si direbbe a guardare i racconti dei viaggi su Instagram. Il mondo è bello perché è uguale, noiosamente fotogenico, rassicurante nella sua ripetitività, cosi pigro da mostrarsi sempre in un’identica posa. Lo vediamo, anzi lo postiamo tutti allo stesso modo. Come se di inquadratura non ce ne fosse un’altra. Si attraversano i continenti per tornare a casa con le immagini già viste senza la voglia di scoprirne di nuove. Se quelle hanno fatto il pieno di like vuol dire che funzionano, tanto vale replicarle. Il mondo è dunque come te l’aspetti. Eccoci a fontana di Trevi. Quel tipo muscoloso alle nostre spalle è il dio Oceano. Clic. Che sia Paola, Helene, Melaine, Jiao, Aki o Igor a metterci la faccia, poco cambia. La foto che gira sui social è sempre quella. Chissà quanta fatica e quanto viaggio per arrivare davanti alla fontana e una volta lì invece di guardarla si voltano le spalle al barocco per guardare se stessi sullo schermo dello smartphone. Così al Colosseo, San Pietro, Bocca delle verità, mai un guizzo. E la torre di Pisa? La reggono tutti, centinaia di turisti uno accanto all’altro con le mani dritte per dare l’illusione di sostenere il peso del marmo. Come se l’obiettivo del viaggio fosse proprio l’obiettivo. C’è un video di Oliver Kmia che mostra l’inquietante monotonia delle immagini postate dai turisti, un ossessivo bisogno di uniformarsi. Va’ dove ti porta il cuore? Macché: va’ dove ti portano gli altri e i cuoricini ti verranno dietro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA