La solidarietà che non conosce “colori”

di Raffaella Troili
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Mercoledì 20 Giugno 2018, 00:10
Noi ci andiamo spesso e ci torneremo per dare solidarietà!
Filomena Tolino

C’è il vetro rotto e Wally al lavoro, come sempre. Suo fratello Sohel è in ospedale, vittima di un raid di una gang di minorenni, in quanto tali già scagionati. I due bengalesi, da sei anni titolari di un minimarket sono stati picchiati, il loro negozio devastato, erano le 19, pochi giorni fa, in via Raffaele De Cesare. «Voi italiani tutti bravi» ripete Wally mentre dà una pulita al locale, «poi sai buoni e cattivi sta in tutti i paesi» riflette nel suo italiano imperfetto. Così miti, sorridenti e servizievoli con gli anziani sono conosciuti da mezzo quartiere. Ma un fatto così grave ha colpito tutti, per aiutare Wally e Sohel a ricostruire la vetrina la gente del quartiere ha organizzato una raccolta di denaro. Il contenitore è all’interno, nascosto tra gli scaffali, c’è scritto: «Sosteniamo questi ragazzi a ripristinare il negozio per poter riprendere la loro attività lavorativa».

Erano ubriachi e strafatti, non c’entra il razzismo, spiega pure Wally, ragazzi sbandati di varie parti di Roma e dintorni gli ha detto il poliziotto. Giovani senza idee né ideologie. «Coraggio facciamo vedere quanto siamo uniti - scrive Alexièn De Blanc sul gruppo Fb del quartiere - magari organizziamo anche una rappresentazione assolutamente pacifica per chiedere più sicurezza nelle nostre strade”. Intanto intorno a Wally e a un altro fratello scampato al blitz c’è un continuo viavai di clienti, vengono a comprare frutta e verdura e a offrire solidarietà. Loro abbassano gli occhi intimiditi da tanta notorietà, hanno ancora il terrore negli occhi. 
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