Piazza Vittorio, quante meraviglie ignorate

Piazza Vittorio, quante meraviglie ignorate
di Maria Lombardi
2 Minuti di Lettura
Venerdì 23 Febbraio 2018, 00:05
Certo, quanto è bello e 
colorato ‘sto degrado
raga’, però #piazzavittorio

@udisattivata

«Quella che vedete davanti a voi è piazza Vittorio Emanuele, conosciuta come piazza Vittorio. È la piazza più grande di Roma, 10.000 metri quadrati, più grande di piazza San Pietro. Fu costruita all’indomani dell’unità d’Italia, tra il 1882 ed il 1887, e durante i lavori di sbancamento vennero trovate tracce dell’antico cimitero dell’Esquilino dove si seppellivano schiavi e assassini. La piazza è opera dall’architetto Gaetano Koch. Potete ammirare gli imponenti palazzi in stile umbertino e i portici sui quattro lati con 280 colonne. Il giardino era un capolavoro di architettura paesaggistica: un anello di alti platani, cedri del Libano, magnolie e palme, dono della regina Margherita.

Per realizzare la piazza vennero abbattute chiese, vie e piazze. Di Villa Palombara resta nel giardino soltanto la “Porta Magica”, una delle testimonianze alchemiche più importanti del mondo. Quelli alla vostra sinistra sono i resti del “Ninfeo di Alessandro Severo”, unico sopravvissuto delle quindici fontane-mostra dell’antica Roma. Al centro c’è la fontana soprannominata “fritto misto”, opera dello scultore Mario Rutelli. A destra della piazza, ecco la chiesa di Sant’Eusebio. Una curiosità: nel 1759 Raffaele Mengs affrescò la navata centrale con un’angiolessa». Tutto questo e altro ancora potrebbe raccontare una guida ai turisti in visita a piazza Vittorio. Ma i turisti qui non si fermano a guardare. Tante meraviglie al momento se le godono i pusher africani e i ricettatori marocchini. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA