Roma oltre le buche, la sfida capitale

di Mario Ajello
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Domenica 8 Aprile 2018, 00:10
Vi volevo dire che Luca Barbarossa ha fatto un dischetto niente male
@sirmacs

Roma è de tutti, così s’intitola il nuovo album di Luca Barbarossa, quello in cui figura la canzone sanremese Passame er sale. E mai come in questi tempi, non tra i più gloriosi per l’Urbe, c’è bisogno di un atto d’amore - con la lingua popolare - per questa città, problematica e appassionata, realista e poetica. Proprio come lui. Barbarossa e quello che dice della Capitale: «Anche i romani a volte la detestano. Io stesso non ho perso il senso critico nei confronti della città e di un certo tipo di romanità». E questa è la giusta misura che bisogna adottare rispetto al grande bene che abbiamo tra le mani. Parteciparvi consapevolmente e farlo fruttare è l’obbligo civile che ogni romano, insieme a tutti gli altri, dovrebbe prendersi.

Perché dare più forza e più bellezza alla Capitale - in uno sforzo condiviso che è l’opposto della pulsione divisiva di cui Roma è epicentro così: “Mo governi tu, facce ride, vojo vede’ che combini” - può essere utile a tutto il Paese.
Ha detto una cosa molto semplice e molto vera, di recente, Barbarossa. «Bisogna che ci applichiamo tutti quanti, per poter aspirare al meglio. Se perdiamo la sfida di Roma, ci rimette tutta l’Italia. Questo non può essere un posto, dove la cosa migliore da fare sia tappare le buche, sempre che si riesca a farlo». Parole sagge, che dicono quanto Roma abbia bisogno dell’ordinario, e spesso ne è desolatamente e colpevolmente priva, ma non può vivere senza lo straordinario. Sennò non merita più di essere Roma Capoccia. Ma qui stiamo virando verso Antonello Venditti, e ci fermiamo.
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