Traduzione su Google, addio “romanenglish”

di Mauro Evangelisti
2 Minuti di Lettura
Sabato 16 Giugno 2018, 00:06 - Ultimo aggiornamento: 00:12
Abbigliamento per turisti al centro di Roma 1) vado bene per il cocktail party? 2) Per la spiaggia ci vuole molto?
@jovanz74

A Mosca, dove sono cominciati i Mondiali di calcio, ci sono centinaia di migliaia di tifosi e turisti di tutti i continenti, ma non tutti i cittadini della città russa parlano inglese. Per cui alcuni che si trovano a rapportarsi con l’invasione degli stranieri, ad esempio i poliziotti ma vale anche per altri tipi di professioni in prima linea, si sono inventati un metodo di comunicazione innovativo: l’utilizzo in tempo reale di Google translate. In sintesi: tu gli chiedi una informazione, lui ti risponde con un gesto della mano che invita all’attesa, prende lo smartphone, apre l’applicazione, imposta la traduzione dall’inglese al russo e poi ti chiede di parlare al microfono. Google translate traduce, lui capisce, passa l’applicazione con funzione della traduzione dal russo all’inglese, risponde parlando allo smartphone e poi ti fa leggere la sua risposta tradotta.

E avanti così, con la mediazione di Google translate.
Un po’ macchinoso, ma alla fine funziona. Ecco, se questa nuova tecnica di sopravvivenza all’invasione del turista prendesse piede anche a Roma, rischierebbe di fare scomparire una delle forme di comunicazione più raffinate nella Capitale: il linguaggio dei gesti. Premesso che in realtà a Roma, l’inglese di sopravvivenza è molto più diffuso rispetto a Mosca tra chi deve lavorare con i turisti, l’uso di Google translate in tempo reale segnerebbe la fine di quelle belle conversazioni: dita che indicano mete lontane, parole inventate in un improbabile romanenglish. Eppure funziona.
© RIPRODUZIONE RISERVATA