Roma, bimba attaccata da un gabbiano: paura al Bioparco. «Uccelli attirati dai panini dei visitatori»

Roma, bimba attaccata da un gabbiano: paura al Bioparco. «Uccelli attirati dai panini dei visitatori»
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Martedì 26 Giugno 2018, 15:35 - Ultimo aggiornamento: 23:26
E' bastato un panino per attirare l'attenzione del gabbiano. Lo spuntino era nelle mani di una bimba, in una passeggiata tra gli animali e le meraviglie del Bioparco. Per la piccola c'è stato un grande spavento. «E convinto animalista» sottolinea. Non è la prima volta che succede. «Ma mai è accaduto che qualcuno sia rimasto ferito», sottolinea Federico Coccìa, presidente del Bioparco nonché medico veterinario. «I nostri guardiani erano lì sul posto, hanno assistito all'episodio. Più che altro c'è stato spavento da parte della bambina e me ne dispiace». Un fenomeno, questo dei gabbiani attirati dal cibo, al Bioparco come in tutta Roma. «Il bioparco è uno zoo a cielo aperto, nel massimo rispetto degli animali. In una nuova concezione, abbiamo tolto gabbie e reti. Ci sono spazi aperti dove gli animali vivono in una semi-libertà. I pavoni si muovono liberi e ci sono cornacchie e piccioni e pure gabbiani».

E il gabbiano, sottolinea,
«è l'animale più opportunista che c'è.
E' arrivato a Roma attirato dai rifiuti della discarica di Malagrotta, perché era più facile trovare la pappa pronta che pescare. E chiusa la discarica si èspostato in ambito urbano. Al bioparco i gabbiani trovano da mangiare proprio la pappa pronta. E in piccola percentuale si sono specializzati in furti - racconta Coccìa - Se diamo da mangiare alle foche, loro si fiondano. E così è accaduto qualche volta, per fortuna in maniera non frequente, anche con i panini dei visitatori, specie se vengono tenuti in alto: cadono in picchiata, prendono il panino intero e se lo portano sull'albero
». Arriveranno anche alcuni accorgimenti. «Il gabbiano è animale protetto e peraltro si tiene lontano dall'uomo. Installeremo cartelli informativi per i visitatori - annuncia il presidente - e prevediamo anche alcuni deterrenti, come messaggi sonori, tipo quelli che già si utilizzano a Roma per gli storni».
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