Ancora, la purezza delle forme geometriche, mai complesse, rendono le opere dell’artista degli elementi di rottura e in controtendenza rispetto alla mania per il dettaglio dell’artigianato classico. Le sue creazioni sono adattate alle esigenze del cliente, senza mai rinunciare a un’interpretazione artistica della designer. Pezzi unici, frutto di un processo creativo messo in atto da una donna che si definisce “impulsiva e passionale”: «Grazie a questo mio modo di essere, sono riuscita a farmi strada in un settore prettamente maschile, come quello della lavorazione e della saldatura del ferro – spiega la Ugolini – Ovvero di una materia che si forgia solo con la determinazione», aggiunge la designer capitolina che si esprime in una casa-laboratorio immersa nella natura alle porte di Roma.
Marta oggi rappresenta una storia di successo dell’artigianato Made in Italy che diventa arte. Una bella pagina, la sua, che parla del coraggio di ricominciare da zero per inseguire un sogno, e della capacità di realizzarlo attraverso oggetti d’arredo fatti di un elemento apparentemente ostile, ma da cui la designer ha tirato fuori potenzialità nelle forme e femminilità nello stile. Opere che esprimono leggerezza, ma anche fatica, sudore, paura e vita, quella di chi ama confrontarsi persino con i metalli. «Perché il ferro è versatile, se lo sai gestire. In qualche modo relazionarmi con lui, è un po’ come avere a che fare con me stessa», conclude la donna-fabbro che gioca con la durezza dei materiali e ne tira fuori tutta la loro eleganza.
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