3 aprile 1944 Giuseppe Morosini, presbitero e partigiano, viene fucilato a Roma

3 aprile 1944 Giuseppe Morosini, presbitero e partigiano, viene fucilato a Roma
di Enrico Gregori
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Lunedì 2 Aprile 2018, 23:37
Viene fucilato a Roma Giuseppe Morosini, presbitero e partigiano. Entrò giovane nella Congregazione dei Signori della Missione e fu ordinato sacerdote a San Giovanni in Laterano nel 1937. Nel 1941 fu cappellano militare del 4° reggimento d'artiglieria di stanza a Laurana, ora in Croazia ma all'epoca in provincia di Fiume. Nel 1943 fu trasferito a Roma. Qui assisteva i ragazzi sfollati dalle zone colpite dal conflitto che erano alloggiati nella scuola elementare Ermenegildo Pistelli, situata nel quartiere Della Vittoria.
Dopo l'8 settembre entrò nella resistenza romana principalmente come assistente spirituale, ma riuscì anche ad aiutare procurando armi e vettovagliamenti. Era in contatto con la "banda Fulvi", comandata da un ufficiale dell'esercito italiano, il tenente Fulvio Mosconi, gruppo che era attivo a Monte Mario, e dipendeva da Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo.
Nonostante le pressioni esercitate dal Vaticano, fu fucilato il 3 aprile 1944 a Forte Bravetta. Nel plotone di esecuzione composto da 12 militari della PAI (Polizia Africa Italiana), all'ordine di "fuoco!", 10 componenti spararono in aria. Rimasto ferito dai colpi degli altri 2, don Morosini fu ucciso dall'ufficiale fascista che comandava l'esecuzione con due colpi di pistola alla nuca.
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