19 luglio 1919 Il governo abroga l'autorizzazione maritale

19 luglio 1919 Il governo abroga l'autorizzazione maritale
di Enrico Gregori
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Giovedì 19 Luglio 2018, 00:02
A Roma il governo abroga l'autorizzazione maritale. Tale normativa ribadiva la condizione di inferiorità della donna rispetto all'uomo nel sistema giuridico del nuovo Regno d'Italia. Per esempio l'articolo 134 affermava, infatti, che "La moglie non può donare, alienare beni immobili, sottoporli ad ipoteca, contrarre mutui, cedere o riscuotere capitali, costituirsi sicurtà, né transigere o stare in giudizio relativamente a tali atti, senza l'autorizzazione del marito".

Si evince, dunque, come l'unica libertà esprimibile, da parte della donna, fosse quella di scegliere o meno di contrarre matrimonio. Tali vincoli non esistevano per le donne nubili e per le vedove ma, una volta scelto il matrimonio, la donna era evidentemente sottomessa alle scelte del marito e questo, secondo la retorica del tempo, serviva a non esporre l'unità familiare a possibili "turbazioni". Sempre a questo scopo, era parimenti stabilito che la patria potestas sui figli fosse esercitata unicamente dal padre di famiglia.
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