Tutti i tranelli di una città abbandonata all'incuria

di Paolo Graldi
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Giovedì 31 Maggio 2018, 08:24
Si sa che in una metropoli, composta di tante realtà diverse e cangianti certi fattacci, ammazzamenti ma anche tragedie accidentali, ci offrono spezzoni di vite stroncate, vittime di vicende nella quali è difficile riconoscersi. Ma se poi questi fattacci entrano con drammatica regolarità nel bollettino dei lutti cittadini è lecito chiedersi se era possibile evitarli e, ancora, se sono stati causati da comportamenti colposi, quelli che vanno dalla sciatteria continuata all'incuria senza scusanti. In queste pagine, si racconta della agghiacciante morte di una donna di 77 anni, precipitata nella tromba dell'ascensore. Un volo nel vuoto, dentro quella micidiale voragine che ne ha risucchiato la vita come in un tranello infernale. Sì, siamo circondati da tranelli. Di tutti i generi. Sono agguati alla nostra sicurezza. Trabocchetti che in un lampo si trasformano in buchi neri che ci uccidono. Buchi, anzi, voragini che si aprono sulle nostre strade. Una ragazza in motocicletta vi ha lasciato la vita poche ore fa. Il suo nome è andato ad allungare un elenco che dovrebbe far scandalo. Radici di alberi si allungano sotto l'asfalto e stracciano la corsa di chi non s'accorge del pericolo. È l'incuria, la mancata manutenzione del bene in comune e del Comune, il menefreghismo amministrativo sommato a una caduta verticale del rigore di chi dovrebbe proteggerci: ecco le cause di un inferno a cielo aperto al quale non possiamo abituarci. Tutto possiamo tollerare tranne che la città ci sia consegnata come nemica.
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