Emma con Essere qui, Jimi Hendrix inediti d'annata, Moreno canta Fred Bongusto

Emma con Essere qui, Jimi Hendrix inediti d'annata, Moreno canta Fred Bongusto
di Fabrizio Zampa
7 Minuti di Lettura
Lunedì 29 Gennaio 2018, 09:52 - Ultimo aggiornamento: 31 Gennaio, 10:22
Emma – Essere qui
 
Si è scelta una bella band, Emma Marrone, per il suo nuovo album Essere qui, appena uscito ma già in testa alle classifiche di iTunes. Trentatre anni (ne farà 34 a maggio), è nata a Firenze da una famiglia salentina: i genitori sono di Aradeo, vicino a Lecce, dove lei, cresciuta a Sesto Fiorentino, si è subito trasferita, e le sue origini si sentono nel suo modo di cantare (anche se gli accenti del Salento non affiorano se non in rari momenti) e danno alla sua vocalità tutti i profumi giusti. Emma ha cominciato da ragazzina facendosi le ossa con la band del padre Rosario, chitarrista, nelle feste di piazza e nel locali della zona, dal 2010 ha inciso altri quattro album (il precedente era Adesso, del 2015) e la prima cosa che salta alle orecchie è che ci sa fare. Per questo disco, il quinto, da lei stessa prodotto insieme a Luca Mattioni (piano, sinth, tastiere, arrangiamenti), si è circondata di musicisti doc, dai chitarristi Andrea Rigonat (che è anche suo marito) e Adriano Viterbini (dei Bud Spencer Blues Explosion) al bassista inglese Paul Turner (da cinque anni con i Jamiroquai), dal batterista Enrico Mata (dei Subsonica) al chitarrista e bassista Lorenzo Poli, al tastierista Francesco Ambrosini e via di questo passo. Adesso (ma è comunque successo anche in passato) Emma può permettersi senza problemi di fare le scelte giuste e di avere alle spalle musicisti che rispecchiano le sue idee. Fra gli autori dei brani ci sono Roberto Casalino, Alessandra Naskà, Giulia Ananìa, Amara, Dario Faini, Roberto Angelini e Giuliano Sangiorgi, oltre a lei che ha firmato un solo brano, Sorrido lo stesso, e a registrarlo e missarlo è stato nientedimeno che Matt Howe, sound engineer vincitore di un Grammy e già collaboratore di gente come Lauryn Hill, Phil Ramone e Riyuichi Sakamoto.
«Essere qui -spiega Emma - vuol dire che io ci sono e faccio quel che amo, e che questo disco è un inno alla vita e all’importanza di esserci».
Undici i brani del cd, da L'isola (il cui singolo gira in radio da un bel pezzo) a Le ragazze come me (dedicato a tutte le donne della nuova generazione: «Mia madre mi ha insegnato rispetto, onestà, libertà, sincerità, che cerco di esprimere attraverso la musica, e oggi le donne stanno finalmente prendendo più coraggio»), Malelingue (un manuale di istruzioni per chi è vittima del cyber-bullismo: «All’odio è bene rispondere con l’indifferenza») e via via Sorrido lo stesso («È il manifesto della mia vita, la sintesi più sincera del mio percorso, una lettera aperta a me stessa e alle persone che mi seguono, e la mia vittoria contro l’insicurezza: nonostante le mie debolezze e le difficoltà non ho mai mollato, e non lo farò mai»), Sottovoce, Mi parli piano, Effetto domino, Le cose che penso, Portami via da te, Luna e l'altra. A tirare le somme è un album pop, sì, però elegante, cantato con passione (e spesso ricantato durante la lavorazione in studio perché lei non era soddisfatta), soft ma neanche tanto, orecchiabile ma ricercato, nel quale al sapore generale si mescolano le giuste dosi di rock e di blues (vedi le chitarre) in una ricetta che funziona. Se volete sentire Emma dal vivo dovrete aspettare: il suo tour comincia il prossimo 16 maggio a Roma, al Palalottomatica.
 

 
Jimi Hendrix - Both Sides of the Sky

Chi ama Jimi Hendrix e il suo straordinario modo di suonare la storica Fender Stratocaster che l’ha accompagnato per tutta la vita, fino a quel 18 settembre 1970, quando morì a Londra, al Samarkand Hotel di Notting Hill, Kensington, a soli 27 anni di età e pochi giorni dopo aver dato all’isola di Wight uno splendido concerto (al quale il vostro cronista ebbe la grande fortuna di assistere, e fu uno di quei live che ti restano stampati nella memoria) sarà felice di sapere che tra poco, per la precisione venerdì 9 marzo, cinque giorni dopo le nostre elezioni, esce Both Sides of the Sky, terzo volume di una trilogia curata dalla Sony che raccoglie le registrazioni in studio più belle e significative del leggendario chitarrista di Seattle, incise da Jimi con il trio che sarebbe passato alla storia come Band of Gypsys, con Hendrix alla chitarra e alla voce, Billy Cox al basso e Buddy Miles alla batteria. I volumi precedenti erano Valleys of Neptune del 2010 e  People, Hell and Angels del 2013, entrambi piazzatissimi nelle classifiche di vendita di Billboard e portatori di quel magico mix di blues, rock e ispirazione che rendevano Hendrix indimenticabile nella storia del rock. Nel disco, che sarà distribuito in tre versioni (cd, digitale e su vinili numerati), ci sono tredici brani incisi fra il 1968 e il 1970, dieci dei quali inediti, e a curarli e produrli sono Janie Hendrix, sorella di Jimi, John McDermott (direttore del Jimi Hendrix’s Music Catalog e coproduttore di tutti i cd, dvd e progetti televisivi sul musicista) e Eddie Kramer, storico record engineer che ha lavorato con Jimi e tante altre star, dai Beatles a David Bowie, da Eric Clapton ai Led Zeppelin, dai Rolling Stones a Carlos Santana.
Il risultato dell’operazione (è tutto materiale originale, opportunamente rimasterizzato con le tecnologie più recenti solo per migliorare la qualità, ma senza cambiare neanche una virgola), è la terza puntata di un piccolo ma straordinario monumento a un Hendrix a fino a ieri poco conosciuto e per la maggior parte rimasto conservato in nastri che hanno quaranta o cinquant’anni di età. I dieci brani inediti sono Mannish Boy, Lover Man (ha lo stesso titolo del pezzo reso celebre da Billie Holiday e da Charlie Parker, ma questo è scritto da Jimi, testo e musica), Hear My Train A Comin’, Stepping Stone, $20 Fine, Jungle, Cherokee Mist, Sweet Angel, Woodstock (con Stephen Stills) e Send My Love To Linda, poi ci sono Power Of Soul, Things I Used to Do (con Johnny Winter) e Georgia Blues (con Lonnie Youngblood). Coraggio, se come molti prevedono le elezioni saranno poco utili, potrete consolarvi con i milioni di note del chitarrista che ha sempre avuto il massimo dei voti.
 


 
Diego Moreno – Canzoni di BuOngustO
 
Argentino di Mar del Plata ma napoletano d’adozione, Diego Moreno è un cantautore, chitarrista e compositore che ha girato mezzo mondo, ha assaggiato tutti i generi, dal tango del suo paese (il padre è presidente dell’associazione che ricorda il grande Carlos Gardel) al rock, dal funk al reggae. Ma per una quindicina d’anni Moreno, accanto alla sua attività di solista, è stato al fianco di Fred Bongusto come chitarrista, come arrangiatore e come traduttore in spagnolo delle sue canzoni. «Con Fred ci si vedeva a Napoli, a Pozzuoli, a Sant’Angelo d’Ischia ma anche a Roma, oppure in qualche uscita dell’autostrada, sempre con due chitarre. Lui mi accennava i nuovi brani perché io lavorassi agli arrangiamenti, ed è stato un compagno di musica straordinario per anni e anni», racconta Moreno. Al punto che ha deciso di dedicargli un album nel quale rilegge (e con tanti ospiti, come vedremo) quattordici dei suoi brani più famosi. Alzi la mano chi non ha mai sentito Spaghetti a Detroit, Doce doce, Una rotonda sul mare o Amore fermati e non ricordi quelle canzoni con enorme piacere. «Erano, scusate il gioco di parole, canzoni di Buongusto, anche se Fred di cognome fa Bongusto, e hanno lasciato un forte segno nell’immaginario collettivo, italiano e non solo. Così ho pensato di riproporle, perché oggi come oggi non è facile trovare pezzi così solidi e indimenticabili». Ecco quindi una bella raccolta di brani che in teoria sono destinati a quel pubblico adulto che ha passato un pezzo di vita con le canzoni di Fred, ma che anche un pubblico giovane  può scoprire come se fossero nuove.
Con Moreno, a interpretare i quattordici pezzi in scaletta, ci sono Fabio Concato, Peppino Di Capri, Paolo Fresu, Maria Nazionale, Javier Girotto, Valentina Stella, Natalio Mangalavite, Enzo Gragnaniello, Tony Esposito, Juan Carlos Albelo, Antonio Onorato e tanti altri. I titoli vanno da Spaghetti a Detroit a Doce doce, Amore fermati, Che bella idea, Frida, Tre settimane da raccontare, Comm’aggia fa’, Balliamo, Bruttissima bellissima, La mia estate con te, Nun me ne importa niente, Questo nostro grande amore, Malaga, Che sera triste, e sono tutti assai bene eseguiti, arrangiati e condivisi dagli ospiti che hanno mostrato, oltre alla loro bravura,  un rispetto e una complicità ammirevoli. Bongusto ha compiuto 82 anni, e speriamo che questo album sia un piacevole biglietto di compleanno per gli 83 che arriveranno il prossimo 6 aprile. Auguri a Fred e complimenti a Moreno.

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