Il monitoraggio è frutto del lavoro di D-Link, società di ricerca nel settore della tecnologia wireless, che ha analizzato da inizio anno quasi 2 milioni di contenuti (tweet, post, commenti) legati alle elezioni del 4 marzo.Messaggi inviati ai candidati, ai partiti e ad elettori dai quali emerge che ben 135 mila contengono volgarità o insulti. 15 mila i messaggi che augurano la morte e19 quelli dal contenuto violento. Solo l’11% è definibile a contenuto positivo.
Dopo il “podio”, a seguire ma molto staccati dai primi tre, il presidente del Senato Grasso e il candidato premier del M5S Luigi Di Maio. Il primo raccoglie l’8 % degli insulti, il secondo l’11%.
La società di analisi, impegnata nella campagna “ConnettiResponsabilmente”, ha anche rilevato il dato nei confronti dei partiti.
Al Pd la palma del più insultato con il 39% dei contenuti. Segue il M5S con il 34%,poi la Lega con il 12%, Casapound con il 5% e Forza Italia con il 4%.
Momento topici durante i quali si sono scatenati i maggiori insulti, sono stati il 4 gennaio (sacchetti bio), il 10 gennaio (Berlusconi supporta la candidatura di Fontana in Lombardia), il 18 gennaio (cambio del simbolo del M5S), il 29 gennaio (presentazione delle liste), il 3 febbraio (sparatoria a Macerata), il 12 febbraio (sconti tkt museo Egizio di Torino).
L’elettore più arrabbiato e facile nell’insulto abita nel Lazio che precede la Lombardia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA