E qui entra in campo l'entomologia. Partiamo dal secondo arrivato. Parisi è il leader di Energie per l'Italia che rappresenterà alla Pisana, poi c'è il gruppone di Forza Italia (6 eletti divisi a loro volta tra i tajanisti o tajanei di Antonio Aurigemma e i gasparriani con Adriano Palozzi, più i fazzonisti con Simeone e area Sammarco presidiata da Cangemi), la pattuglia di Fratelli d'Italia (3 tutti di fede rampelliana), la falange della Lega (ben 4 consiglieri, una parte dei quali vicini alla deputata Saltamartini) e infine un rappresentante di Noi Con l’Italia-Udc.
Poi c'è il M5S: un altro gruppone composto da ben 10 consiglieri. Qui la situazione è ancora più complicata e scissa, perché bisogna navigare bene le correnti. Di sicuro c'è una frattura netta tra i fedelissimi di Valentina Corrado e quelli Roberta Lombardi, con la mina vagante Davide Barillari.
Chiude la carrellata delle opposizioni, Sergio Pirozzi capogruppo di se stesso, cioè della lista dello Scarpone.
A occhio, le minoranze se si unissero potrebbero, in virtù del famoso voto più del centrosinistra, far ballare la rumba a Zingaretti ed eleggersi subito un presidente del consiglio in barba ai vincitori. Però basta farsi due conti e due telefonate per capire come le opposizioni al momento siano 7 sulla carta (come gruppi) che potrebbero diventare almeno 10-12 se si scende nel dedalo delle correnti. Una Babele. E quindi è un continuo «che fare?». Riapriranno la Fiera di Roma davanti alla sede della Regione?
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