L'innovazione genetica applicata alla maggiori parte delle piante ha cambiato il volto a quasi tutti i prodotti nello scaffale. Frutta e verdura si conservano meglio, sono resistenti alle malattie e si possono trovare quasi tutto l'anno. Stessa cosa per i frumenti che nel 99% dei casi sono stati selezionati dopo il 1980, andando incontro alle esigenze del mercato. La genetica è entrata anche nella stalla, dove le vacche oggi producono quasi il doppio del latte rispetto agli anni Ottanta, il ché «ha permesso di pagare un litro poco più di un caffè, con uno sconto grazie alla genetica di 50 centesimi». «Tutto questo è stato possibile grazie alle conoscenze di Mendel prima e alla scoperta del Dna dopo, che ha aperto la strada ad una nuova selezione varietale» sottolinea Cattivelli.
Poche, infine, le colture rimaste invariate. E' il caso delle pere dove, come spiega il ricercatore, sono state abbandonate molte varietà per privilegiare quelle in grado di conservarsi meglio in modo da essere disponibili sul mercato tutto l'anno. Perché alla fine, come dice Cattivelli, «il mercato lo fa il consumatore».
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