Il balzo di infezioni da Covid 19 in Cina, che si sta diffondendo dalle città più grandi alle vaste aree rurali, spaventa l'Organizzazione mondiale della sanità che si è detta «molto preoccupata» per l'ondata di contagi senza precedenti. Ma Pechino da parte sua minimizza e assicura di non aver registrato decessi dovuti al virus dopo aver modificato i criteri di conteggio. Le autorità cinesi sostengono di aver registrato un totale di sette morti, tutti nella capitale, da quando è stato deciso di revocare la politica zero-Covid ed eliminare molte delle restrizioni in vigore. Da ieri vengono considerati decessi dovuti al Covid solo quelli direttamente riconducibili a insufficienza respiratoria causata dal virus.
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Il direttore generale dell' Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, nel corso della conferenza stampa settimanale a Ginevra, ha chiesto a Pechino informazioni dettagliate sulla gravità della situazione. «Per effettuare una valutazione completa del rischio, l'Oms ha bisogno di informazioni più dettagliate sulla gravità della situazione, malattia, ricoveri ospedalieri e unità di terapia intensiva», ha precisato.
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Covid in Cina, Bassetti: siamo preoccupati
«La situazione in Cina preoccupa tutti, non solo l'Oms. C'è il rischio che diventi il serbatoio di nuove varianti più resistenti. In un Paese poco vaccinato e dove il virus circola, c'è questo pericolo. Oggi le proiezioni Covid per quel Paese ci dicono che forse in prospettiva ci potrebbe essere il 50% della popolazione contagiata, parliamo di 4-500 milioni di casi e probabilmente, anche con una letalità bassa di Oicron, almeno 1 milione di morti». Così all'Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, commentando quanto affermato oggi dall'Organizzazione mondiale della sanità, che si dice «molto preoccupata per l'evolversi della situazione in Cina, con un aumento delle segnalazioni di casi gravi» di Covid-19.
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«La Cina si deve far aiutare dall'Occidente - sostiene l'infettivologo - Portiamo i nostri vaccini che sono più efficaci e anche i nostri antivirali. Magari noi li aiutiamo dal punto di vista sanitario e loro da quello dell'energia. Potrebbe essere uno scambio alla pari. Ma è chiaro che la pandemia non finisce, se c'è un Paese come la Cina, con quella popolazione, dove circola il virus. Non ci possiamo permettere un fuoco di ritorno. Attenzione a quello che avviene in Cina, quindi».
«Il dato cinese ci dice che la variante Omicron sta facendo danni, ma è accaduto questo perché la politica di contenimento del virus con la strategia 'Zero Covid' ha fallito - conclude Bassetti - In Occidente invece abbiamo mitigato le conseguenze di Omicron con i vaccini e cure con antivirali. In Cina hanno vaccinato poco gli anziani e hanno un sistema ospedaliero molto fragile».