Influenza, attesi 6 milioni di casi e altri 260 virus "cugini": ecco i sintomi da non confondere

Gli esperti pediatri parlano già di "tripledemic" a carico di neonati e bimbi nei primi mesi di vita, soggetti all'attacco del virus influenzale, del Covid- 19 e del temibile virus respiratorio sinciziale

Influenza, attesi 6 milioni di casi e altri 260 virus "cugini": ecco i sintomi da non confondere
di Maria Rita Montebelli
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Mercoledì 4 Ottobre 2023, 07:20 - Ultimo aggiornamento: 07:23

Un bimbo di appena 4 mesi è il primo caso di influenza identificato in Italia. Il piccolo, ricoverato nella Clinica Pediatrica dell'Università di Parma, per febbre, bronchite asmatica e inappetenza, è risultato positivo al virus dell'influenza di tipo A.
Qualche giorno dopo, il virus è stato isolato in un paziente di 76 anni, ricoverato nel reparto di malattie infettive del San Martino di Genova. Insomma, l'influenza stagionale è già arrivata. E non devono ingannare gli stabilimenti balneari aperti in questa ottobrata e il caldo record. Un anticipo di circolazione peraltro già atteso, sulla base di segnalazioni provenienti dall'emisfero australe, dove "nasce" l'influenza che poi caratterizza i nostri mesi autunnali-invernali.

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LA GRAVIDANZA

Per questa stagione influenzale «non ci aspettiamo sorprese. Sarà molto probabilmente come quella dello scorso anno, avrà le stesse caratteristiche. Dovrebbe essere, dunque, una normale influenza stagionale, seppure con i virus le certezze non ci sono mai - ricorda l'epidemiologo Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all'Università del Salento - Il virus, a bassa intensità, circola normalmente nel mese di settembre».
Quest'autunno, come nei due precedenti, alla vaccinazione influenzale è consigliabile abbinare anche quella contro il Covid-19 con i vaccini a mRNA aggiornati contro il ceppo Xbb 1.5 (ma efficaci anche contro la sottovariante Pirola), che dovrebbero arrivare entro fine mese. Le categorie che potranno beneficiare di un'offerta prioritaria per questa vaccinazione sono i fragili, gli anziani, le donne in gravidanza, oltre ai familiari e conviventi di pazienti fragili e gli operatori sanitari.
Non sarebbe stato comunque possibile proteggere il piccolo di Parma con il vaccino, perché questo è indicato solo a partire dai 6 mesi di età e fino ai sei anni (o anche oltre, in caso di alto rischio di complicanze influenzali). Gli esperti sottolineano comunque la validità di questa vaccinazione in tutta la fascia d'età pediatrica e per tutti gli adulti perché anche un bambino o un adulto sano possono sviluppare complicanze di vario tipo a seguito dell'influenza.
Ma è davvero necessario fare l'ennesimo vaccino contro il Covid-19? Assolutamente sì, se si rientra in una categoria a rischio, perché se è vero che il Covid oggi nelle persone in buona salute dà una malattia lieve e non più le polmoniti fatali del passato. «È pur vero spiega Pietro Scanzano, direttore sanitario dell'Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Spallanzani di Roma che nella popolazione fragile può invece dare sintomi importanti». «Le persone a rischio di malattia influenzale severa ribadisce Gianni Rezza, già Direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute sono le stesse che rischiano di sviluppare il Covid in forma grave. È bene dunque che si sottopongano ad entrambe le vaccinazioni, nella stessa seduta».

LE DOSI

Il momento migliore per vaccinarsi è già arrivato (il Lazio è già pronto con 1,3 milioni di dosi di anti-influenzale) perché come visto il virus sta circolando. «Il fatto che l'influenza sia già arrivata a settembre commenta il professor Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie Infettive dell'Ospedale San Martino di Genova fa pensare ad una stagione influenzale, come già quella del 2022, che tenderà a dare picchi già a novembre-dicembre. E questa mi pare una buona ragione per vaccinarsi già nel mese di ottobre».
Ma la carica dei virus della stagione autunno-inverno 2023-2024 non si esaurisce certo con questi due. Gli esperti pediatri parlano già di "tripledemic", come già lo scorso anno, a carico di neonati e bimbi nei primi mesi di vita, soggetti all'attacco del virus influenzale, del Covid- 19 e del temibile virus respiratorio sinciziale. Ma oltre a questa tripletta, è attesa una carica di oltre 260 virus "cugini" dell'influenza (come il virus respiratorio sinciziale dell'adulto, metapneumovirus, adenovirus, coronavirus non Covid, virus parainfluenzali, enterovirus, fino ai banali rhinovirus del raffreddore).

I SEGNALI

«La carica dei virus "cugini" - spiega il professor Fabrizio Pregliasco, Direttore sanitario dell'IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant'Ambrogio e ricercatore al Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell'Università di Milano causerà quest'anno circa 10 milioni di casi, ai quali vanno aggiunti i 5-6 milioni di casi attesi di vera influenza, caratterizzata da sintomi come febbre oltre i 38 gradi, almeno un sintomo generale tipo dolori muscolari e articolari e almeno un sintomo respiratorio, come la tosse perduranti per più di 5 giorni.
Ricordiamo che la vaccinazione è una tutela non solo per sé stessi, ma anche per coloro che sono più vulnerabili, come bambini, anziani o persone con problemi di salute preesistenti».

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