Maker Faire, le biotecnologie Enea: dalle piante la risposta per la produzione rapida di futuri vaccini

Maker Faire, le biotecnologie Enea: dalle piante la risposta per la produzione rapida di futuri vaccini
di Paolo Travisi
3 Minuti di Lettura
Sabato 12 Dicembre 2020, 12:20

Biotecnologie vegetali per produrre in modo sostenibile e sicuro farmaci biologici antitumorali per immunoterapia. Ma anche uno speciale orto idroponico di zafferano per produrre integratori alimentari a supporto della cura di patologie oculari. Sono alcune delle soluzioni tecnologiche innovative che ENEA ha presentato a Maker Faire Rome 2020.

Dal salotto digitale di Maker Faire, il collegamento con il Centro di ricerche Enea della Casaccia per capire come dalla pianta del tabacco sono state prodotte molecole che potrebbero essere utili per sviluppare, in tempi brevi, vaccini sicuri ed economici e nuovi strumenti diagnostici per fronteggiare eventuali nuove emergenze sanitarie.

Le applicazioni partono dalla SARS, la sindrome respiratoria acuta grave divenuta vera e propria emergenza mondiale nel 2003, che seppur contenuta all'epoca, presenta ancora oggi un elevato rischio di nuovi episodi, in quanto non è ancora disponibile un vaccino, nonostante gli sforzi a livello globale.

Il percorso avviato da ENEA consiste in una vera e propria “fabbrica di molecole” dal grande potenziale: grazie allo studio, condotto  in collaborazione con l'Istituto Superiore di Sanità (ISS) e il Prince of Wales Hospital di Hong Kong, sono state prodotte in pianta alcune molecole del virus che causa la SARS. Utilizzando le piante come bioreattori,  lo studio ha permesso di produrre una molecola del virus che è stata riconosciuta dagli anticorpi di persone che avevano contratto la SARS nel 2003, aprendo quindi la strada allo sviluppo di test diagnostici rapidi ed economici. I vaccini ottenuti da piante, infatti, sono la nuova frontiera nel campo della prevenzione di epidemie e pandemie: veloci da ottenere (anche solo due settimane), sicuri e poco costosi.

 E poi l'orto idroponico dove viene coltivato lo zafferano destinato a prodotti farmaceutici. "Si chiama progetto IdroZaf - spiega Luca Nardi di Enea - è un sistema di produzione multilivello, in cui lo zafferano anziché all'esterno è coltivato all'inteno di un orto idroponico che permette di crescere le piante in totale sicurezza impiegando l'uso di lampade a led. All'interno possiamo controllare la temperatura, l'umidità e riusciamo a fare due cicli di produzione, mentre in campo è possibile un solo ciclo. In uno spazio di un metro quadro ci sono 400 piante, dove l'ambiente è protetto e possiamo limitare infezioni alle piante, destinati alla produzione farmaceutica, con una resa produttiva molto alta".

Questa tipo di produzione si chiama urban farming, e consente di portare le piante fuori dal suolo in spazi chiusi adottando specifiche tecnologie, che nel progetto Enea sono destinate ad un uso in ambito medico, senza ricorrere ad agrofarmaci che aiutano la piante a crescere meglio. "Inoltre il vantafggio economico è che mettiamo molte piante insieme, è più comodo lavorare in queste condizioni, in un ambiente protetto dove manteniamo una qualità produttiva alrtissima" spiega ancora Luca Nardi. La tecnologia a Led consente di guidare le piante nel processo produttivo per creare le condizioni ideli per le piante che sfrutta tutte le sue potenzialità.

© RIPRODUZIONE RISERVATA