Roma, un'archigrafia sulle pareti dell'ex Pastificio Pantanella

Fondazione Gimema - Il futuro passa da qui
di Mariapia Bruno
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Venerdì 27 Maggio 2016, 17:25 - Ultimo aggiornamento: 30 Maggio, 19:17

È passato da qualche settimana Open House Roma 2016, l’evento internazionale che ha visto aprire porte, normalmente chiuse, al grande pubblico di palazzi e uffici pubblici e privati della Capitale. L’evento, però, oltre al ricordo di quanti hanno partecipato, ha lasciato un segno permanente nel complesso dell’ex Pastificio Pantanella, che ospita le sedi dell’AIL onlus e Fondazione GIMEMA onlus: Gregorio Pampinella, artista e graphic designer ha dato vita al progetto Il Futuro passa da Qui e durante le giornate del 7 e 8 maggio scorsi, ha trasformato una facciata cieca dell’edificio in un’opera di archigrafia.

 
Nella Roma post industriale nasce in questo modo un nuovo rapporto tra edificio e contesto: il dialogo viene celebrato da luci e suoni provenienti dalla ferrovia e dalla tangenziale est. L’opera rappresenta una donna in movimento: il suo passaggio lascia una scia di colori e forme fluide che si espandono e che rappresentano il progresso ed i benefici della ricerca. La Dott.ssa Paola Fazi, direttrice della Fondazione Gimema Onlus, ha spiegato che il progetto «vede in relazione scienza e arte, due mondi apparentemente distanti che si avvicinano e si valorizzano vicendevolmente per un percorso comune: quello di sostenere il progresso e la ricerca scientifica sulle malattie del sangue. Il luogo di incontro di questa sinergia è la sede della Fondazione GIMEMA e dell’AIL, che ancora una volta apre le sue porte all’evoluzione e al progresso. È guardando al futuro e sperimentando percorsi inconsueti che le due Onlus hanno deciso di divulgare e promuovere il proprio lavoro attraverso un’opera unica, per evidenziare l’importanza e la bellezza della ricerca».

Le fa eco l’artista Gregorio Pampinella che ha detto: «La produzione del dipinto ‪#‎ilfuturopassadaqui‬, realizzato nell'ambito di Open House Roma, è solo l'inizio di un progetto più ampio. La mia idea non era quella di realizzare un artwork che valorizzasse un luogo. Per me l'ambizione è stata quella di comunicare attraverso l'arte. Ed arrivare alle persone in maniera diretta. Per questo un dipinto è solo l'inizio».

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