«Un tour in cui è successo di tutto – racconta Lauro, prima della sua esibizione – Mi hanno persino tirato del ghiaccio in fronte». A Milano, invece, il solito idiota ha spruzzato spray al peperoncino («era già successo: è la nuova moda», dice il cantante). «Durante i live conquistiamo tanto il pubblico, perché oscilliamo dai pezzi punk a quelli pianoforte e voce. Ce n'è davvero per tutti», sottolinea. Sulla nuova collaborazione con Anna Tatangelo, in una versione remix “Ragazza di periferia”: «E' un pezzo che ha segnato il mio passato – ammette Lauro – un vero e proprio virus. Lei mi ha taggato su Instagram in una storia, a proposito del mio ultimo album, e io ne ho approfittato per scriverle e proporle di fare questo brano insieme». «Il lavoro con la Tatangelo è stato impegnativo – sottolinea Boss Doms, “spalla” e amico di Lauro – il pop di qualche anno fa, con una cascata di accordi, è stato davvero una grande sfida. Mi sono trovato di fronte ad una enciclopedia di cose da imparare». Achille Lauro a Sanremo? «Nulla contro – risponde – è soltanto una vetrina. Io sono contrario al pop italiano standard: sempre gli stessi argomenti, gli stessi accordi. Anche se quel posto, ovviamente, è un tempio della musica». Sogna ancora un featuring con Vasco Rossi e, intanto, si gode il lungo elenco di quanti si “ispirano” al suo stile: «Non mi dà fastidio. Non li nomino neanche: sono su un altro pianeta. La nostra è una forma d'arte, a differenza della loro».
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