Il Maestro Pappano: «Il cruccio di Morricone era che la sua musica “assoluta” fosse poco conosciuta»

I Maestri Pappano e Morricone al Parco della Musica nel 2018
di Simona Antonucci
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Martedì 7 Luglio 2020, 14:03 - Ultimo aggiornamento: 18:32

«Ennio era un grande italiano. Un artista. Un eroe. Nelle sue note, tutta la storia della musica del Paese». Il Maestro Antonio Pappano ricorda il compositore, il direttore d’orchestra, ma anche l’amico, Ennio Morricone, scomparso nella notte scorsa in una clinica romana per le conseguenze di una caduta.

 



Novantadue anni, è stato l’autore delle colonne sonore più belle del cinema italiano e mondiale da “Per un pugno di dollari” a “Mission” a “C’era una volta in America” da “Nuovo cinema Paradiso” a “Malena”, «ma anche di musica contemporanea, “assoluta”, come la definiva lui, un ricco repertorio di cui era molto orgoglioso e che ho sempre diretto con piacere e interesse».

Accademico di Santa Cecilia dal 1996, Morricone era molto legato all’orchestra romana del Parco della Musica, dove, a settembre del 2018, davanti al Capo dello Stato, festeggiò con loro, suonando insieme in un memorabile concerto, i suoi 90 anni. E l’assessore alla Cultura del Comune di Roma Bergamo si sta infatti già muovendo per dedicargli una sala, qualora la famiglia dovesse acconsentire.

«Ennio era sempre al lavoro, con idee che amava condividere». Aveva dato l’addio alla direzione d’orchestra l’estate scorsa con sette serate sold out alle Terme di Caracalla «ma aveva sempre progetti da coltivare. Un uomo vitale, un umanista», spiega il Maestro Pappano che dopo mesi di concerti virtuali torna sul podio, sotto le stelle, con i musicisti di Santa Cecilia, per dare il via, il 9 luglio, alla stagione estiva dell’Accademia con “Festival Beethoven STARt”, cinque serate per riascoltare l’integrale delle nove Sinfonie.

Perché la musica di Morricone è eterna?
«Aveva una capacità straordinaria di comunicare con le note e in molti film, soprattutto quelli di Sergio Leone, le sue melodie sostituivano le parole. E si sobbarcava l’enorme responsabilità di condurre anche la narrazione».

Un ricordo personale?
«Eravamo a Cinecittà, era il 2011, per registrare una trasmissione della Bbc dedicata a Puccini, quale inventore di uno stile che poi si sviluppò come musica da film. Un compositore che prima di altri ha avuto una visione cinematografica dell’opera. Con Morricone parlammo dell’incredibile timing teatrale di Puccini e della sua genialità nel creare atmosfere. Che sono proprio le caratteristiche della grandezza di Ennio. Analizzavamo Tosca, ma io pensavo a tutti i grandi film cui ha regalato una melodia indimenticabile».

Lei ha diretto la sua musica “assoluta”. Come la sentiva?
«Era sempre felice quando si poteva eseguire quel suo repertorio. Nel 2010 con l’orchestra di Santa Cecilia presentammo “Vuoto d’anima piena”, cantata mistica a tre navate per coro, ottoni, percussioni, due pianoforti e archi. E poi “Voci dal silenzio”, cantata dedicata a tutte le stragi della storia, per voce recitante, coro, nastro magnetico e orchestra. Grande panorama orchestrale, spartiti che appartenevamo alla sfera più spirituale della sua creazione. Dirigendoli sentivi la sua preparazione umanistica. Era il suo grande orgoglio, ma anche un cruccio: soffriva che non fossero abbastanza conosciuti e rappresentati».

Del vostro rapporto che cosa conserva?
«Era un uomo estremamente gentile e disponibile. Quando veniva a dirigere la sua musica qui, era sempre un’esperienza entusiasmante. L’ultima volta che siamo stati seduti uno accanto all’altro era in Quirinale, alla presenza del Presidente Mattarella, per la cerimonia di consegna dei Premi “Presidente della Repubblica” per gli anni 2016 e 2017 al Maestro Ennio Morricone e a me. Ero veramente onorato di riceverlo con lui».

La sua colonna sonora preferita?
«Ho un debole per Nuovo Cinema Paradiso. E per C’era una volta in America».

La sua eredità?
«È stato molto imitato. Nel suo stile ci sono il gusto e la tradizione italiana. E la sua musica è un patrimonio per tutte le orchestre. Ma, secondo me, la peculiarità della sua grandezza sta nel saper ricordare il passato, creando il futuro». 

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