Il soprano russo, che ha anche la cittadinanza austriaca e vive a Vienna, si era alquanto spesa in passato per il presidente russo. Non come il direttore connazionale Valery Gergiev, ma comunque sempre troppo per la comunità musicale alla luce dell’invasione russa dell’Ucraina il 24 febbraio 2022. Prima ancora, complice forse il fatto che il mondo aveva un po’ chiuso gli occhi sull’annessione della Crimea nel 2014, la Netrebko aveva fatto una donazione all’opera di Donesk, città ucraina controllata dai russi, facendosi anche fotografare con una bandiera dei separatisti. Dopo il 2022 è stata bandita dai principali teatri lirici e a poco era servita una sua ambigua presa di distanza dall'invasione russa. Il Met la cancellava dal cartellone (e lei gli ha fatto causa per diffamazione e rottura del contratto) e così quasi tutti i teatri. Dopo alcuni mesi, però, poco alla volta Netrebko era riammessa: in Sud America e anche in Europa (a Vienna, Parigi e alla Scala a Milano).
Il suo ritorno a Berlino è stato accolto con il pieno in sala, non uno scranno libero dei 1.400 esistenti ed esauriti anche i posti in piedi. Davanti al teatro, accese proteste la prima sera per tutta la durata della recita: cori e scritte di “No Netrebko”, “Vergogna Netrebko”, “Vergogna pubblico”, “Russia Stato terrorista”. Schermati dalla polizia i circa 150 dimostranti. Salve di buh anche in sala alla prima dopo le arie più famose, controbilanciate dagli applausi degli entusiasti.
Il ruolo della Lady è uno dei cavalli di battaglia della cantante russa per la sua tonalità drammatica e la voce scura e possente, e anche a Berlino ha fatto di bravura e dominio scenico. Per qualche critico la sua voce, a 51 anni, non è più la stessa e nella scena del sonnambulismo, malgrado qualche chilo di meno, non ha più la leggerezza fluttuante di una volta. Altri hanno lamentato una scarsa intelligibilità dell’italiano. In ogni caso a sipario calato è stata subissata di applausi, e il suo carnet è di nuovo pieno: l’attendono Vienna, Milano, Parigi e Salisburgo a Pasqua con "La Gioconda" di Ponchielli.
In un comunicato la Staatsoper ha difeso la scelta: “È stata una decisione difficile”, ha detto il sovrintendente Matthias Schulz, “ma la difendo in pieno”. Nella sua presa di distanza, Netrebko parlava di “guerra” contro l’Ucraina con un pensiero per le vittime. In dichiarazioni al New York Times, Schulz dice che la Netrebko è stata ingenua in passato ma bisogna considerare i timori di ritorsioni contro parenti e amici in Russia. “Lei non è Marlene Dietrich”, ha detto - la diva tedesca che per protesta contro il nazismo prese nel 1939 la cittadinanza americana e fu insignita poi per il suo impegno nella Seconda guerra mondiale della Medaglia della Libertà - “e non riceverà per questo alcun riconoscimento”.
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