Short track, Arianna Fontana trascina l'Italia
a Mosca conquista l'ennesima medaglia

Short track, Arianna Fontana trascina l'Italia a Mosca conquista l'ennesima medaglia
di Francesco Padoa
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Domenica 15 Marzo 2015, 19:49 - Ultimo aggiornamento: 16 Marzo, 15:15

«Quando iniziai a pattinare sul ghiaccio il mio allenatore mi ripeteva di smettere: “basta, non è per te, stai sempre per terra”. Ma io sono testarda, e se mi dicono smetti, alla fine faccio il contrario e... vinco una medaglia alle Olimpiadi, oppure ai mondiali». Ne è passato di ghiaccio sotto le sue lame di Arianna Fontana (oggi signora Lobello), da quando, piccolissima bambina, cominciò a pattinare nel suo paesino, Polaggia di Berbenno, in Valtellina.

L'ENNESIMO TRIONFO

Ma è sempre lei a tenere alti, anzi altissimi, i colori italiani, in questo sport che unisce agilità, velocità e strategia. A Mosca, è stato un weekend glorioso per l’azzurra delle Fiamme Gialle: Arianna si è superata portando a casa addirittura cinque medaglie. Ieri, come ciliegina su una torta, si è piazzata seconda nella classifica generale dopo il bronzo nei 1.000 (e l’oro nei 1500 e il bronzo nei 500 di sabato) e quello in staffetta.

Con la squadra la Fontana ha piazzato il colpo finale: con una gran rimonta nella frazione conclusiva ha portato sul podio (una storia viste tante altre volte) le ragazze della staffetta. L'oro è andato al quartetto coreano che ha chiuso i 3.000 metri con il tempo di 4’18”550, precedendo la Cina (4’18”595) e l'Italia che ha schierato accanto alla Fontana, Lucia Peretti, Arianna Valcepina ed Elena Viviani (4'20"916).

TANTE IMPRESE

Era ancora una ragazzina, Arianna Fontana, quando vinse la sua prima medaglia olimpica, a Torino 2006: tremila metri pattinati da campionessa nella staffetta azzurra dello short track, un sogno che si avverava: bronzo. Aveva appena 15 anni e grazie a quell'impresa - che le valse anche il titolo di Cavaliere - è la più giovane italiana di sempre ad aver vinto una medaglia alle Olimpiadi invernali. E quattro anni dopo, a Vancouver, l'atleta delle Fiamme Gialle si ripetè: terza nei 500. Questa volta però salì sul podio da sola, stabilendo un altro record: prima medaglia individuale azzurra nella storia dello short track. Poi una serie infinita di vittorie e podi, ancora Olimpiadi (a Sochi), agli Europei e Mondiali. Come in questi giorni a Mosca. Una predestinata, Arianna.

LA MATURAZIONE

Da quella medaglia a Torino la sua vita cambiò. La ragazzina valtellinese intuì che avrebbe potuto fare molto di più a livello agonistico. Ha cominciato a pensare, progettare, insomma lo sport è diventato il suo lavoro. In quei giorni di festa diventò una donna. E’ dovuta crescere in fretta e abituarsi a vivere in autonomia, non più appoggiandosi alla famiglia. Si trasferì a Bormio, per studiare e allenarsi più seriamente.

La sua grande passione per questo sport, lo short track, naque anche grazie alla spinta dei suoi genitori, fondamentali nel suo percorso. Senza il loro supporto avrebbe sicuramente smesso, loro la spingevano ad allenarsi quando non aveva voglia, l’accompagnavano, la stimolavano nello studio.

GLI INIZI

Iniziò a pattinare perché un vicino di casa praticava questo sport, in un piccolo paese che non offriva grandi opportunità. Aveva appena tre anni, all'inizio era solo un gioco, ma da quelle cadute sono arrivate le medaglie olimpiche e mondiali. Arianna l’ha sempre detto: se fa una cosa vuole farla bene. Ora deve anche dire grazie alle Fiamme Gialle, la sua “società” che la mette nelle condizioni di ottenere il massimo.

La Fontana sorride, sa che questo sport in Italia sta diventando popolare anche grazie alle sue imprese. Ha sempre fatto pubblicità al suo sport. «Perché un ragazzino dovrebbe praticarlo? Innanzitutto non serve avere un fisico bestiale - spiegò un giorno - anche chi è piccolino come me può ottenere grandi risultati. Questione di baricentro basso, altrimenti schizzi via e finisci a terra. Certo, è incredibile, ma i maschi, mannaggia a loro, sono anche più agili di noi donne. Io definisco lo short track una sorta di MotoGp: si è sempre piegati a 45 gradi, su un anello di poco più di 100 metri, a velocità di 45 chilometri orari. È davvero emozionante».

Emozionante come vincere tante medaglie iridate in pochissimi giorni. E ora può riabbracciare felice suo marito, il bell’Anthony. Italoamericano, conosciuto durante una gara, sposato l'anno scorso. Pattinatore anche lui, ma non bravo come lei.

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