Felipe Anderson, potrebbe essere il penultimo derby per il "figliol prodigo"

Felipe Anderson, potrebbe essere il penultimo derby per il "figliol prodigo"
di Alberto Abbate
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Martedì 9 Gennaio 2024, 08:22 - Ultimo aggiornamento: 08:23
Felipe 2024. Sicuro fino al 30 giugno, chissà se fino in fondo. Lo scopriremo presto, Anderson è tormentato. Anche se l'ultima panchina sembra averlo scosso un po'. In campo a Udine è tornato Felipe davvero, è subentrato con antiche movenze e un altro piglio, ha sfornato un assist delizioso, il sesto in campionato (è in vetta con Thuram) e il settimo stagionale per il gol-vittoria di Vecino. Nei primi 5 campionati europei, nessun connazionale ha fatto meglio, il Brasile lo celebra con orgoglio. E anche Sarri torna a coccolarselo: «A me deve dimostrare poco, ho sempre detto che Anderson è il più talentuoso che abbiamo. È una delusione quando è nei momenti no, ma se non li avesse avuti non sarebbe rimasto più di sei mesi alla Lazio». Sono però gli stessi che mancano alla scadenza del suo contratto: all'Arabia il 30enne aveva già detto no in estate, invece la Juve lo aspetta gratis coi 4 milioni netti accordati con la sorella Juliana, ben prima che tutti lo scoprissero. Poco importa che il West Ham vanti il 50% sulla rivendita, sarebbe peggio perderlo a zero: «Non c'interessa, di sicuro non ce ne priveremo adesso ribadisce il ds Fabiani e la proposta di rinnovo (3,5 milioni l'anno, con opzione sino al 2028, ndr) è ancora lì sul tavolo». Nel 2021 Lotito lo ha riaccolto come un figliol prodigo, si aspetta più riconoscenza e spera ancora in un ripensamento ai primi no, perché oltretutto non è detta l'ultima parola nemmeno sul decadimento del Decreto Crescita che agevolerebbe lo sgravio fiscale sul prolungamento.

Nuova energia

Inutile girarci troppo intorno, il pressing di Giuntoli per firmare a febbraio e l'indecisione lo sta stanno disorientando e condizionando il suo rendimento. Lo scorso anno il numero 7 mise a segno 9 centri in Serie A, adesso è fermo alla misera rete col Sassuolo. Troppo poco, magari anche il derby può riaccenderlo. Anche perché potrebbe essere il penultimo di Anderson, l'uomo entrato con una seconda vita nella storia della Lazio. Al Friuli ha centrato la 124esima presenza consecutiva dal suo ritorno, domani supererà Alfredo Monza (con lo stesso scorso nel 1940) e diventerà il recordman assoluto. Negli ultimi due trionfi nelle stracittadine, senza Immobile, Felipe fu decisivo da falso nueve con un assist e un gol. Ora Castellanos però può sentirsi quasi al sicuro perché, senza Isaksen e Zaccagni, nei quarti di Coppa Italia il brasiliano dovrà per forza giostrare sull'esterno. Sarri torna ad aggrapparsi ad Anderson, sperando sia stato contagiato dalla nuova energia che si respira nello spogliatoio.

Il futuro adesso

I segnali di vita all'imbrunire di Udine hanno squarciato il buio. Le luci ricordano meccaniche biancocelesti, lo spazio davanti si sta ingrandendo. Il rilancio in campionato a 3 punti dal quarto posto è il frutto di un nuovo spirito di gruppo. La Lazio è tornata una macchina da gol con 7 personaggi (ovvero 7 marcatori diversi nelle ultime 3 gare) in cerca della Champions. Ora sotto porta può e deve rinascere anche Felipe Anderson, tre volte marcatore nell'appuntamento più atteso. Sarebbe un incredibile segno del destino, ma anche del lavoro di Sarri e della società per responsabilizzare i "rinforzi" e recuperare i "vecchi", senza guardare più in faccia il passato. È stato aperto un nuovo ciclo, i senatori che vogliono farne ancora parte devono dimostrarlo, da adesso sino a giugno. Felipe a metà non fa contento nessuno.
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