L'altra battaglia di Lotito: «Voglio abolire l'albo dei procuratori. Lo stadio? Rispetto alla Roma, trattamento diverso...»

L'altra battaglia di Lotito: «Voglio abolire l'albo dei procuratori. Lo stadio? Rispetto alla Roma, trattamento diverso...»
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Lunedì 3 Novembre 2014, 13:10 - Ultimo aggiornamento: 17:24
«Porterò in consiglio federale la deregulation dei procuratori. Per cui non ci sarà più l'albo dei procuratori». Lo afferma Claudio Lotito, presidente della Lazio, a Mix24 di Giovanni Minoli su Radio 24.



«Perché lì c'è anche molta ambiguità economica nel passaggio tra i procuratori e questo è nato proprio da alcune norme che avevamo nel nostro sistema. Nel momento in cui c'è la deregulation, viene meno il diritto prioritario che un calciatore ha nei confronti del suo procuratore -continua il patron biancoceleste-. Diciamo che c'è stata in passato una connivenza tra club, procuratori e calciatori. Un pour pourri che ha determinato una forma di consociativismo; io non sono per il consociativismo, sono per la condivisione. Oggi i calciatori hanno un procuratore, che è registrato, e dal quale non si possono muovere».



Sono schiavi? Domanda Minoli. «Diciamo sono condizionati. Allora nel momento in cui tu hai la deregulation, ognuno si prende chi vuole, nel momento che vuole, e se lo vuole, a quel punto viene meno il potere contrattuale del procuratore». Hanno coperto tanti affari ambigui in questi anni? Incalza Minoli. «Questo non lo so, perché sono cose che non mi appartengono e non mi riguardano», conclude il presidente della Lazio.





«Il conflitto tra Thohir e Moratti? Moratti ha rappresentato il periodo passato, del grande mecenate, che per passione ha investito tanti soldi. Oggi sicuramente il calcio, col fair play finanziario necessità di un equilibrio economico finanziario della società. E quindi non consente più di coltivare magari alcune passioni, che possono trovare consenso e invece viceversa, nella fattispecie trovano dissenso. Thohir rappresenta il nuovo modo di fare calcio. È finita l'epoca dei presidenti Mecenati».



«Ma per fare il rigore dovevamo andare fino in Indonesia? Domanda Minoli. «Questa è una scelta che non sta a me valutare perché Thohir è entrato nel sistema calcio con le idee chiare e sta dimostrando di avere capacità gestionali». È un bravo presidente? »È un presidente che rispecchia la nuova filosofia del fare calcio».



Il numero uno biancoceleste ha parole di miele per l'amministratore delegato del Milan, Adriano Galliani. «Non si misura il potere contrattuale e la credibilità; è l'autorevolezza che uno acquisisce attraverso il consenso dei proprio colleghi. Galliani è il dirigente numero uno del calcio europeo, affettivamente parlando».



«Per lo stadio della Lazio, dieci anni fa, sono stato un antesignano e abbozzai un'ipotesi di progetto che poi mi fu tarpato su presupposti di alcuni vincoli. Sono curioso di vedere che cosa succede a quello della Roma che si trova in una condizione forse peggiore di quel progetto della Lazio». Poi ha aggiunto: «È totalmente infondato che vorrei una legge senza regole per mettere a frutto i miei terreni sulla Tiberina. Innanzitutto non ho scelto ancora la location, ma al di là di questo, penso che uno stadio debba avere un'auto consistenza di carattere economico-finanziario, un equilibrio economico- finanziario finalizzato sia alla realizzazione che al mantenimento. Quei terreni erano un'ipotesi di lavoro. È un'ipotesi ancora vera, sono 550 ettari, penso la più grande proprietà del comune di Roma. Se quei terreni sono a rischio esondazioni? Se sono a rischio esondazione quei terreni, figuriamoci quelli che stanno sulla sponda del Tevere che è dove verrà realizzato lo stadio della Roma. Sono curioso di vedere che cosa succede, se c'è un pari trattamento».



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