Assegno di inclusione

Addio al Reddito di Cittadinanza. Si chiamerà Assegno di inclusione il nuovo strumento di contrasto alla povertà che sostituirà dal primo gennaio 2024 il RdC. Intanto, le richieste per accedere alla misura sono nettamente calate nel primo trimestre del 2023 mentre a circa 130mila famiglie il Reddito è stato revocato o è decaduto. 

Potrà essere chiesto solo dalle famiglie nelle quali ci sono componenti disabili, minori o over 60 e potrà arrivare a 500 euro al mese moltiplicati per la scala di equivalenza fino a un massimo di 2,2 (2,3 nel caso di disabili gravi). La scala cambia e vale uno per il primo componente, 0,5 per ogni altro componente con disabilità, 0,4 per gli altri componenti over 60 o con carichi di cura, 0,15 per i bambini fino a due anni e 0,10 per gli altri minori. Lo si legge nella bozza del decreto.

Per le persone tra i 18 e i 59 anni non disabili e non impegnati in attività di cura in situazione di povertà arriva a partire dal primo settembre del 2023 lo «Strumento di attivazione» (Sda), la misura che sostituirà il Reddito di cittadinanza per le persone occupabili.

Lo Sda sarà pari a 350 euro ma sarà erogato solo nel caso di partecipazione ad attività formative o a progetti utili alla collettività, per tutta la loro durata e comunque per periodo massimo di dodici mensilità.

Lo si legge sempre nella bozza del decreto che sarà esaminato il primo maggio. Il beneficio economico è considerato come un' indennità di partecipazione alle misure di attivazione lavorativa.

Le richieste di Reddito di Cittadinanza, intanto, stanno calando. Nei primi tre mesi di questo anno c'è un quarto in meno delle domande avanzate nel primo trimestre dello scorso anno. Sono meno di 300.000. E si tratta di una flessione piuttosto importante. 

Nel primo trimestre dell'anno sono stati 1.110.340 i nuclei familiari che hanno percepito almeno una mensilità di reddito di cittadinanza, pari a un totale di 2.498.787 persone, per un importo medio mensile di circa 600 euro a cui si sono sommati i 127.679 nuclei familiari che hanno avuto accesso ad almeno un rateo della pensione di cittadinanza, pari 144.279 persone, per un importo medio mensile di circa 300 euro.

Complessivamente dunque nei primi tre mesi dell'anno hanno beneficiato dell'assegno Rdc o Pdc circa 1.238.019 nuclei familiari pari a 2.643.516 persone per un assegno medio di 569,55 euro.

Un beneficio goduto complessivamente più al sud che al nord: 800.439 nuclei familiari nel sud e isole contro i 248.237 del Nord e i 185.388 del centro.

Per quanto riguarda il solo mese di marzo, invece, i percettori di Rdc o Pdc sono stati pari a 1.005.654 nuclei, stabile rispetto al mese precedente (1.007.176) ma in decisa frenata rispetto ai numeri dell'Rdc pre-riforma Meloni del marzo 2022 pari a 1.264.592 beneficiari.

A frenare sempre a tra gennaio e marzo scorso anche le domande di accesso all'Rdc o al Pdc: 299.467 contro le 398.229 dello stesso periodo del 2022, pari a un calo del 25%.

Per quanto riguarda i beneficiari revocati dal diritto, tra gennaio e marzo 2023 la decadenza dal beneficio ha riguardato 110.889 nuclei mentre 27.395 sono stati i nuclei familiari raggiunti da provvedimento di revoca.

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