«Questo è un laboratorio tecnologicamente molto avanzato dove creiamo condizioni estreme», spiega il ricercatore Enea Ugo Besi Vetrella, e «proprio questa atmosfera, se correttamente controllata, è in grado di far crescere i preziosi cristalli».
L'obiettivo dell' Enea, conclude il ricercatore, è di arrivare e superare la velocità di crescita dei diamanti realizzati nei laboratori internazionali per ridurne significativamente il costo di produzione. «Uno dei primi impieghi sarà proprio ITER», sottolinea il ricercatore Enea Fulvio Pompili. Questi piccoli «gioielli» di resistenza e sensibilità possono fornire ai ricercatori uno strumento unico in grado di rilevare ciò che accade all'interno di un reattore a fusione. Oltre alla fusione nucleare per i diamanti sintetici si aprono nuovi settori di applicazione, alcuni dei quali sono già realtà come l'estrazione di petrolio, gas e minerali e i rivelatori di radiazioni nei centri di radioterapia.
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