Smartphone, la partita la vedo al telefono

Smartphone, la partita la vedo al telefono
di Andrea Andrei
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Martedì 25 Aprile 2017, 15:15 - Ultimo aggiornamento: 26 Aprile, 17:04

La prima cosa che penserete quando per la prima volta vi capiterà di avere tra le mani il nuovo Samsung Galaxy S8, in arrivo nei negozi italiani il 28 aprile (chi lo ha preordinato lo ha ricevuto già dal 21), sarà che è bello. Ma bello davvero, forse più di qualsiasi altro smartphone che abbiate mai provato, iPhone compreso. Sottile, lucido, rifinito, e comodo da tenere saldamente nel palmo senza paura che scivoli. Perfino la versione XL, l'S8+, che ha uno schermo da 6,2 pollici, si usa con una sola mano anche se non si è pianisti di lungo corso. E noterete che non sembra nemmeno di tenere un phablet, perché l'effetto mattonella praticamente non esiste. Eppure questo è un cellulare che più che da toccare, è da guardare. Non solo perché per sbloccarlo potete usare il riconoscimento dell'iride (in alcune situazioni è un po' scomodo se c'è troppa luce o troppo poca non funziona ma di solito è rapidissimo e per sbloccare il telefono in tutta sicurezza basta guardarlo), ma anche perché la caratteristica che vale il prezzo del biglietto (un prezzo molto alto, 829 euro per l'S8, 929 per la versione XL, l'S8+) è senza dubbio il cosiddetto Infinite display. Samsung, dopo il flop esplosivo del Note 7, è ripartita da qui: dalla definizione impressionante dell'immagine, grazie a uno schermo curvo dall'inedito formato da 18,5:9 e dai bordi quasi inesistenti. Guardare video in 4K è un'esperienza da consigliare, anche se è meglio farlo con le cuffie visto che gli altoparlanti non sono decisamente all'altezza.

DESIGN
Il design dell'S8 è già diventato il simbolo di un nuovo concetto di smartphone. Tanto che i rumors sul nuovo iPhone, secondo i quali l'uscita del prossimo smartphone con la Mela potrebbe anche slittare a ottobre, parlano di caratteristiche estetiche simili: schermo curvo, senza bordi, scomparsa (o meglio, integrazione nel display) del tasto Home. Se però Samsung dimostra di saper ancora produrre i migliori hardware in circolazione senza che prendano inspiegabilmente fuoco (a proposito: la batteria per i primissimi giorni di utilizzo dura mezza giornata, ma non fatevi prendere dal panico, perché appena rodata vi porterà facilmente fino a notte fonda), d'altra parte il software, Android nella versione 7.0 Nougat, è quello di sempre. E come sempre non brilla. Le notifiche delle app, anche se ridotte al minimo, risultano comunque invasive e si ha sempre la sensazione di avere un cellulare disordinato. La reattività e la velocità del telefono è comunque tale da farvene dimenticare per la maggior parte del tempo. La resa della fotocamera da 12 megapixel è davvero ottima: la messa a fuoco automatica, in grado di sfumare lo sfondo nei primi piani, dà grande soddisfazione. Bilanciamento della luminosità e definizione dell'immagine sono eccellenti, peccato solo che la conformazione dello schermo faccia sì che le foto sul telefono si visualizzino sempre con i bordi neri ai lati (sempre che non si modifichino le impostazioni, e quindi il rapporto tra base e altezza del display). D'altronde l'originalità ha un prezzo da pagare.

Chi non ha di questi problemi è LG, che per il suo nuovo smartphone di alta gamma G6 non ha certo scelto di osare nel design, abbastanza squadrato e tradizionale, con scocca metallica bene in vista. Niente vezzi insomma, ma prima di tutto resistenza e affidabilità. Il tasto Home è fisico ed è situato sul retro in corrispondenza del sensore per le impronte digitali (scomodo se si vuole sbloccare il telefono quando è appoggiato su un tavolo). Lo schermo da 5,7 pollici, piatto, non è paragonabile a quello dell'S8 (d'altronde c'è anche differenza nel prezzo: il G6 costa 749 euro), ma ha comunque una buonissima risoluzione. La batteria del dispositivo non è sostituibile, caratteristica che forse deluderà un po' gli appassionati del marchio, famoso proprio per i suoi telefoni modulari, scomponibili. In compenso però è resistente all'acqua e alla polvere, il che lo mette finalmente in pari con i concorrenti. Vero punto di forza di questo smartphone è la fotocamera grandangolare da 13 MP, che permette di realizzare scatti panoramici che nessun altro telefono è in grado di offrire.

I CINESI
La fotocamera è anche il cavallo di battaglia di Huawei P10. Il nuovo smartphone dell'azienda cinese ha un doppio obiettivo, da 12 e da 20 megapixel, realizzato con la supervisione di Leica, in cui la versione in bianco e nero si conferma di altissima qualità. Peccato che, conferme a parte (il design è un mix tra P9 e iPhone 7 e il rapporto qualità-prezzo è buonissimo, si trova a meno di 500 euro), il P10 non offra innovazioni degne di nota.
Una cosa da notare invece è che sia l'S8 che il G6 e il P10 hanno l'uscita per il jack delle cuffie, segno che la scelta compiuta da Apple, che ha eliminato l'accessorio dal suo iPhone 7, non è stata imitata. La linea del melafonino però sì, e l'ultimo in ordine di tempo ad averlo fatto è Honor, marchio di proprietà di Huawei: il suo 8 Pro ha il design arrotondato tipico degli iPhone più recenti e per questo ne coglie i pregi, dall'estetica alla maneggevolezza (è spesso solo 7 millimetri). Ottima anche la qualità dell'immagine sul suo display da 5,7 pollici, mentre la fotocamera da 12 MP restituisce dei colori davvero ben bilanciati. Ma come da tradizione Honor, il dettaglio più interessante è il prezzo: 549 euro.

Chi sul prezzo punta tutto è poi Lenovo, con il suo nuovo Motorola Moto G5 Plus. Le prestazioni, per quanto distanti da quelle dei concorrenti sia in raffinatezza dei materiali che in reattività e qualità del display, non sono comunque male: fotocamera da 12 MP e lunga autonomia. Ma la cosa più importante è che si trova sul mercato a meno di 300 euro. Nel panorama degli smartphone, in attesa delle mosse di Apple, c'è ancora qualcuno che deve dire la sua: Htc svelerà il 16 maggio un nuovo cellulare con cui, stando a quanto lasciano intuire gli spot che lo riguardano, sarà possibile interagire con uno squeeze, cioè premendolo ai lati. La creatività non ha davvero limiti.

 
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