«La ricerca ha preso in esame l'innalzamento del nostro mare in un arco temporale mai studiato prima - spiega Fabrizio Antonioli dell'Enea -. In mille anni, il Mediterraneo è aumentato da un minimo di 6 a un massimo di 33cm.
Secondo l'Ipcc, l'istituto dell'Onu sul cambiamento climatico, l'innalzamento del mare a livello mondiale è stimato tra i 60 e i 95 cm entro il 2100. Si tratta di un'accelerazione dovuta principalmente al cambiamento climatico causato dall'aumento della CO2 in atmosfera, che negli ultimi quattro anni ha superato in modo stabile il valore di 400 ppm, un livello mai toccato sulla Terra negli ultimi 23 milioni di anni». «In Italia - conclude Antonioli - sono 33 le aree a rischio a causa dell'aumento del livello del mare. Le aree più estese si trovano sulla costa settentrionale del mare Adriatico, tra Trieste e Ravenna. Altre aree particolarmente vulnerabili sono le pianure costiere della Versilia, di Fiumicino, le Piane Pontina e di Fondi, del Sele e del Volturno, l'area costiera di Catania e quelle di Cagliari e Oristano. Il massimo aumento del livello delle acque è atteso nel Nord Adriatico, tra 90 e 140 centimetri».
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