Ed il fieno in cascina è davvero tanto. Venerdì sera è stato approvato dall’assemblea a larga maggioranza il bilancio del 2017 della Fondazione. Con cifre che in pochi pensavano di poter leggere. L’avanzo di esercizio 2017, quindi da spendere per l’anno 2018, é stato di oltre undici milioni e settecentomila euro, quasi il doppio dei tre anni precedenti in cui si attestava intorno ai sei milioni e mezzo. Una parte di questo avanzo di esercizio andrà accantonata, ma nel 2018 potranno essere erogati oltre sette milioni. Con un incremento di due milioni del fondo per il settore arte e cultura e del fondo per lo sviluppo locale.
Un risultato ottenuto grazie e soprattutto in ragione dell’incremento degli strumenti finanziari non immobilizzati: «Il nostro profilo di rischio, dal punto di vista dell’utilizzo degli strumenti finanziari - continua Carlini - è in linea con i profili prudenziali delle fondazioni e abbiamo raggiunto questi risultati inaspettati grazie all’impegno del vice presidente Ulrico Dragoni, del segretario Cesare Di Erasmo, dell’advisor Angelo Drusiani e degli altri nostri collaboratori».
I rapporti con il nuovo sindaco saranno collaborativi, qualunque casacca porti: «C’è la volontà del cda di collaborare con qualsiasi nuova amministrazione comunale che verrà - dice ancora Carlini - lo faremo su progetti che prevedano la rinascita economica e culturale della città e soprattutto per la realizzazione di grandi opere, con fattibilità reale ed in tempi brevi. Proprio per questo motivo ci siamo dotati di importanti risorse i due settori sopra indicati, grandi opere la cui realizzazione concreta potrebbe impegnare gran parte delle risorse annualmente a disposizione della fondazione, anche a scapito degli interventi più capillari e delle risorse da destinare ai bandi».
Ecco che emerge l’idea di dare vita al progetto già lanciato alcuni anni fa dall’ex presidente Mario Fornaci. Una struttura mobile unica al mondo, con almeno settecento posti a sedere. Un obiettivo che arriva dopo la decisione di abbandonare l’idea di acquistare l’ex sede della Banca d’Italia di piazza Tacito da adibire a museo. Soldi che ora saranno dirottati in una nuova ed importante direzione: «Idea per ora accantonata - dice Luigi Carlini - soprattutto per la complessità del modello gestionale che caratterizza dalla Sovrintendenza ai Beni artistici dell’Umbria una struttura del genere».
Per quanto riguarda l’anfiteatro il progetto venene bocciato cinque anni fa dalla Sovrintendenza ai Beni artistici dell’Umbria, ma i tempi ed i materiali sono cambiati. E questa volta il nuovo progetto potrebbe essere approvato.
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