Città di Castello, l'addio a Natasha e Gabriele tra lacrime e peluche. Il parroco agli amici: «Ragazzi, coltivate questa vita»

I funerali di Natasha Baldacci e Gabriele Marghi
di Walter Rondoni
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Sabato 10 Dicembre 2022, 08:59 - Ultimo aggiornamento: 09:01

CITTA' DI CASTELLO Come tutti i fidanzati immaginavano un futuro insieme. Una casa ed i figli con il lavoro già in tasca: lei in un'agenzia d'assicurazione, lui alla Sitrex di Trestina. Ma il destino aveva deciso diversamente. Aveva deciso che la loro “pista” finisse contro il muro di contenimento di un cavalcavia. Ma quel destino non è stato capace di separarli. Natasha Baldacci e Gabriele Marghi hanno affrontato l'ultimo viaggio una vicina all'altro, dentro bare bianche. Quella di lei fasciata da una coperta rosa; quella di lui dai simboli delle sue grandi passioni, la bandiera del Milan e la maglia del Riosecco Calcio, indossata per scendere in campo. Sopra i fiori. Sul pavimento un tenerissimo orsetto di peluche rosa e due unicorno, simbolo di innocenza ed energia femminile, ma anche di potere, forza, maestosità. Intorno un tappeto di fiori d'ogni genere, soprattutto bianchi. E sotto le austere volte della Cattedrale gente come non s'era mai vista per un funerale, a cominciare dai rappresentanti delle istituzioni. Il prefetto Armando Gradone e il sindaco Luca Secondi, il colonnello Salvatore Romano, comandante provinciale dei carabinieri, ed il vice dirigente del Commissariato tifernate, Dario Lemmi. «In questo momento abbiamo bisogno di stare insieme», l'invito di don Achille Rossi all'omelia. «Non abbiamo molte parole, vogliamo accompagnare il dolore dei genitori (seduti gomito a gomito, uniti in un dignitoso silenzio - ndr), degli amici, di coloro che hanno accompagnato questi giovani in un percorso troppo breve, interrotto drammaticamente». Ma «non dobbiamo adoperare troppe parole: Gabriele e Natasha hanno vissuto un solo giorno così forte e così brillante che la vita può ricominciare». E per i più giovani, che negli atteggiamenti e negli sguardi spenti dicono di un lutto insostenibile, non mancano parole di coraggio: «Cercate di coltivare questa vita, adesso noi dobbiamo ricominciare, è ancora possibile ricominciare, la vita è un grande regalo». Parole di speranza da don Paolino Trani: «Possiamo guardare oltre queste bare, il loro amore vive in un'altra dimensione, in un'altra realtà, pensiamoli giovani e felici per l'eternità». Natasha, «solare, piena di vita», Gabriele «più riflessivo». Li saluta un gruppo di amici dopo averli coperti di altre rose bianche. Di lui non dimenticheranno il «sorriso genuino, la generosità spontanea, la spalla cui fare sempre riferimento». Poi è arrivata «Nati, il valore aggiunto alla tua ed alla nostra quotidianità». Fuori diluvia, ma nessuno vuole lasciare soli questi sfortunatissimi 22enni che hanno trovato la morte in un venerdì notte di divertimento lungo la vecchia “Tiberina 3bis” insieme a Nico (nato il 9 dicembre) e Luana, con cui formavano una comitiva molto affiatata. Prima che i feretri imbocchino via Cavour, piazza Matteotti, piazza Garibaldi verso il cimitero c'è tempo di un'ultima carezza. Nessuno si cura della pioggia battente.

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