Terni. Dal Pride a Povia, l'arcobaleno di Ap scolorisce e scoppia la polemica

L'associazione Esedomani critica la presenza dell'artista sul palco di Capodanno a Terni

Terni. Dal Pride a Povia, l'arcobaleno di Ap scolorisce e scoppia la polemica
di Aurora Provantini
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Martedì 2 Gennaio 2024, 08:51 - Ultimo aggiornamento: 09:12

LA QUERELLE

Dal Pride a Povia, scolorisce l'arcobaleno di Ap e scoppia la polemica. «Il nome di Povia è notoriamente di quelli in grado di sollevare polemiche e alimentare divisioni argomenta Luca Montali, presidente dell'associazione Esedomani Terni lgbtqia+ - infatti la scelta di far salire proprio lui sul palco di piazza Ridolfi per il concertone di Capodanno ci ha sorpresi. Ma la fatidica goccia è stata sentirlo cantare "Luca era gay" nel momento clou della serata, con il vice sindaco, Riccardo Corridore, ad applaudire. Davvero troppo. Palazzo Spada ci ha offesi». Una critica durissima la sua: «Forse il sindaco Bandecchi voleva questo. Probabilmente voleva alimentare nuove polemiche invitando un artista, dichiaratamente ostile alle unioni civili e omofobe, a Terni per un concerto pubblico. Comunque ci è riuscito. E comunque ricordo al sindaco che ci sono band locali che meriterebbero visibilità e che suonano e cantano molto meglio di Povia». Sorpresi tutti, specie dopo quel 17 giugno, quando non solo il Terni Pride Day ricevette il patrocinio del Comune ma vide anche la partecipazione del vice sindaco Corridore. «La mia presenza in piazza della Repubblica testimonia la vicinanza a persone che sono costrette a manifestare per quei diritti che dovrebbero essere presupposti in tutte le comunità civili» le esatte parole di Corridore che marcarono quella distanza dalla passata amministrazione.

LA REGISTRAZIONE

Posizione consacrata con la registrazione all'anagrafe del figlio di due mamme da parte del sindaco Bandecchi, che, adesso, il concerto di Povia sembra aver messo in bilico.

 

«Peccato».

Montali: «Non siamo qui a fare il processo al valore artistico di Povia. Non siamo giudici di un talent show. Siamo solo un'associazione che rappresenta la comunità Lgbtqia+, quella gente strana che, a quanto pare, esiste anche a Terni - ironizza - e non abbiamo potuto non sentirci offesi nell'aver visto sul palco di una festa che abbiamo contribuito a pagare un personaggio che da anni continua a mancarci di rispetto».

 

Già, perché le tasse le pagano tutti: «Saremo diversi e secondo alcuni da curare, ma le tasse le paghiamo anche noi». «Speravamo di iniziare l'anno senza sentirci offesi dalla selezione dell'artista o quanto meno dalla scelta dei prezzi cantati - il coro unanime dell'associazione Luca - sarebbe bastato davvero poco. Terni non è un palcoscenico o un talent show, ma una città dove ci sono persone vere, diverse tra loro eppure legate dall'appartenenza ad un territorio e ad una comunità cittadina. Tutti noi meriteremmo rispetto e coerenza dalle istituzioni, non solo a parole ma nei fatti e nelle scelte».

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