Giovani, territorio e occupazione, nell'orvietano funzionano l'agroambientale e l'agroalimentare: «Ma bisogna accelerare»

Il convegno in cui si è discusso il tema è stato organizzato dall'Istituto Raffaele Laporta, in un confronto che ha coinvolto ragazzi, istituzioni e le aziende

Giovani, territorio e occupazione, nell'orvietano funzionano l'agroambientale e l'agroalimentare: «Ma bisogna accelerare»
di Beatrice Martelli
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Martedì 23 Gennaio 2024, 16:18

FABRO    Scuola, giovani e territorio sono risorse fondamentali sulle quali investire, e nella provincia di Terni due dei settori verso cui convergono questi fattori sono l’agroambientale e la meccatronica. A sostenere questa posizione sono stati i partecipanti al convegno organizzato a Fabro dalla dirigente scolastica dell’istituto "Raffaele Laporta”, Cinzia Meatta: «L'analisi di Eduscopio ha evidenziato come il 73 per cento dei diplomati dell’indirizzo agroambientale e agroalimentare trovi un’occupazione già a poche settimane dall’uscita dalla scuola», dichiarano infatti dall’istituto. Il 23 per cento, invece, sceglie l’università o l’alta formazione. Al convegno “Orientiamoci: scuola e territorio si confrontano”, i sindaci di Ficulle, Gianluigi Maravalle, e di Panicale, Giulio Cherubini, hanno parlato rispettivamente delle richieste del mercato per la valorizzazione territoriale e del ruolo del territorio per il successo formativo; Giovanni Fiorani, docente dell’istituto, ha invece discusso le potenzialità della formazione agraria nel mercato. Ma hanno partecipato anche gli ex studenti, contribuendo con le testimonianze delle loro esperienze professionali, e le aziende dell’orvietano, che hanno sottolineato «L'importanza di accelerare sul miglioramento delle infrastrutture materiali e digitali per sostenere la creazione di nuove realtà lavorative». L’incontro è stato dunque «Una riflessione sulle opportunità formative e occupazionali sul territorio, insistendo inoltre sull’importanza della progettazione partecipata in ambito socioeconomico». Anche la Strategia Forestale dell'Umbria occidentale è stata chiamata in causa, in quanto strumento che riconosce la formazione come strategica per lo sviluppo economico e sociale delle zone che tutela. 

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