L'immutato fascino della Porsche:
a Magione se ne rivive la storia

L'immutato fascino della Porsche: a Magione se ne rivive la storia
di Ruggero Campi
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Venerdì 22 Giugno 2018, 18:02
Non è un miracolo della chirurgia estetica né tanto meno di segreti integratori: avere 70 anni e non dimostrarli affatto non è cosa da tutti. Ancora arzilla, attraente e aggressiva, corteggiata da tutti, giovani e meno giovani… chi è la ragazza di cui parlo? E’ la Porsche e, per antonomasia, la 911 tanto per intenderci. Sabato scorso, l’Autodromo di Magione ha accolto gli invitati del Centro Porsche Umbria, per noi umbri Giustozzi da decenni. Un’atmosfera bellissima come da anni non si vedeva a Magione, con le magnifiche automobili - e i rispettivi proprietari - che hanno letteralmente invaso e colorato il Paddock principale. Ce ne erano di tutti i tipi: coupé, cabrio, targa e speedster.

Confesso di essermi trovato in difficoltà nel catalogare i modelli: alcuni non li avevo mai visti come la 911 turbo S in versione speciale, color oro, e con ben 607 cavalli. E poi tutte quelle con le sigle particolari, S, RS, GT2, GT3, che solo i porschisti sanno decifrare. Assistiti da istruttori professionisti, gli ospiti hanno provato l’emozione di guidare e pilotare la propria autovettura, nonché quelle messe a disposizione dal Centro Porsche Umbria. Il circuito di Magione, particolarmente tecnico, ha consentito a ciascuno di capire i propri limiti e - a fine giornata – di migliorare la tecnica di guida. Qualcuno tornerà per frequentare un intero corso di guida sportiva. “Quando arrivi al curvone, in fondo al rettilineo, dopo una energica frenata, percorrilo tutto come se fosse un'unica curva…”, questo uno dei tanti consigli.

Ma a parte le “moderne”, era presente un folto gruppo, ben 40, di storiche perfettamente restaurate e funzionanti. La mamma di tutte, la 356 (nata 70 anni or sono, nel 1948 e poi sviluppata e aggiornata sino al 1965 quando, sempre simile a se stessa, muta la sigla in 912 e poi 911), era lì sorniona in prima fila quasi a dire “guarda un po’ come ho fatto innamorare il mondo degli appassionati”. In effetti, guardando una 356 e una 911 non puoi non convenire che alla fine la forma è sempre la stessa, con quei piccoli difetti che ne hanno reso immutato il fascino: qualche schioppettio dovuto alla non perfetta conciliazione tra clima e carburazione, profumo di super e, dopo un po’ di fumo, il caratteristico rombo del motore, molto simile ad un maggiolino Volkswagen. Del resto da questo nasce. Oggi di Porsche se ne vedono tante in giro, mentre negli anni ‘60 a Perugia se ne contavano 2 o 3 senza possibilità di errore sull’effettivo proprietario. Bei ricordi…

Tornando al Paddock, nella elegante hospitality del Centro Porsche Umbria, l’atmosfera era quella di un Club frequentato da autentici puristi intenti a descrivere (anche esagerando) il proprio giro di pista, e ad illustrare le modifiche apportate alla propria Porsche, nel rispetto del codice della strada ovviamente. E poi, tra un brindisi e l’altro, tutti a chiedere alla direttrice Fotinì Giustozzi le anticipazioni sulla nuova 911. Quella che nel 2019 è annunciata con la sigla 991, motore centrale, turbo tranne la GT3 che resterà sempre fedele al motore aspirato: moderna, bella più che mai e sempre uguale a se stessa. Del resto ogni 911 ha ricordato il passato e nessun modello è stato concepito per far pensare che fosse radicalmente nuovo. Dunque aspettiamoci una evoluzione stilistica con un posteriore sempre più importante e accenni stilistici al futuro ormai prossimo della Porsche Mission E. Tutti con le orecchie tese, dunque, e pronti a festeggiare la nuova nata sempre nel Circuito Umbro e sempre con Giustozzi. Ci mancherebbe. Ah! brumm, brumm, il sound sarà il solito…
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