Il bidone a la carota

Il bidone a la carota
di Italo Carmignani
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Lunedì 13 Agosto 2018, 12:12
PERUGIA - Recuperando la disinvoltura con cui ora si cambiano i sindaci, il Comune di Giano dell’Umbria è passato da essere un primatista riciclone al suo esatto opposto di buttonosauro. Il tema è la raccolta differenziata, quella pratica che vuole la scomposizione chirurgica dell’immondizia secondo la convenzione del buonsenso ambientale. Profitto per il raccoglitore e (presunto) castigo per l’utente, l’esaltazione della differenziata e il suo fallimento consumati in pochi mesi nella cittadina folignate offre lo spunto per tre ipotesi e una soluzione.

Primo, a Giano ha preso il sopravvento il bifrontismo mitologico e in questo momento siamo in zona retrocessione. Secondo, dopo avere vinto il premio “Candido”, il dinamico Comune vuole aggiudicarsi anche il trofeo “Sgrunf” finora appannaggio dei soli Comuni partenopei. Terzo, dopo avere scoperto che la differenziata veniva prima separata dai volenterosi cittadini e poi riunita da (alcuni) sciagurati mittenti delle bollette, in massa hanno pronunciato il fatidico “sai che ti dico...” affollando i cassonetti con sorprendente casualità. L’ultima in parte è vera, ma la verità del fallimento è un’altra: chi raccoglie i rifiuti e vuole che gli utenti li separino ordinatamente sappia di avere a che fare con degli italiani.

Questo vuol dire che rispetto allo sforzo, questi bambinoni (non solo a Giano) si aspettano una ricompensa. Non la salvezza del mondo dal pattume, bensì uno sconto in bolletta. Ma anche un angioletto in peltro o una tazza in poliuretano con sopra scritto “bravo”. Un premio qualsiasi, anche inutile. Perché a quel punto saprebbero benissimo come riciclarlo
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