Con questa operazione gli investigatori del Comando provinciale di Perugia ritengono di aver sgominato un gruppo criminale dedito al traffico internazionale e spaccio di droga nel capoluogo umbro: con i tre chili di sostanza stupefacente sequestrata - viene spiegato in caserma - per l’organizzazione sarebbe stato possibile ricavare un bottino di circa centomila euro.
Nel corso dell’indagine, coordinata dal pubblico ministero Valentina Manuali della Procura della Repubblica, sono state denunciate in totale 12 persone, di cui quattro arrestate in flagranza di reato, e accertati ben 97 episodi di cessioni al dettaglio. Molti episodi di spaccio sono indicate nella richiesta di arresto inoltrata dagli uffici di via Fiorenzo di Lorenzo alla cancelleria del gip. L’ordinanza, però, ha in qualche misura ridimensionato il quadro accusatorio: nei confronti del perugino è stato emesso un obbligo di dimora. Quest’ultimo indagato, insieme agli albanesi e tunisini destinatari della misura di arresto (uno di essi, l’unico rintracciato fino a questo momento, è difeso d’ufficio dall’avvocato Liana Cippiciani), vengono ritenuti coinvolti in una vasta attività di traffico e spaccio di droghe leggere e pesanti nel capoluogo per consumatori di tutte le età. L’attività - fa sapere la guardia di finanza - si pone perciò a conclusione di un’intensa azione di servizio nella quale è finito al centro degli accertamenti un gruppo di soggetti, tutti con precedenti specifici, particolarmente attivi nel traffico internazionale ma anche nello spaccio di eroina, 'neve', hashish, oppio e droghe sintetiche. Nel corso delle indagini i militari hanno utilizzato le strategie di indagine più tradizionali, vale a dire i servizi di Ocp (Osservazione, controllo e pedinamento nei confronti degli indagati) trovando «numerosi riscontri diretti» avvalorati dal «recupero della sostanza stupefacente» e sfociati nel «conseguente fermo dei singoli corrieri della droga». In seguito al primo mattone dell’indagine, rappresentato dall’arresto del perugino appena rientrato dal Maghreb e come detto trovato in possesso anche di oppio e ketamina liquida, le indagini hanno portato all’arresto di un tunisino, di un nigeriano e di una terza persona originaria del Camerun, tutti ritenuti responsabili di «detenzione di considerevoli quantità di eroina destinati a rifornire il gruppo criminale» che aveva individuato nella città di Perugia il proprio quartier generale.
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