Terni, a Cardiochirurgia paziente sedato e intubato ma non operato. Il primario: «Mancavano elettrodi e protesi vascolare»

Terni, a Cardiochirurgia paziente sedato e intubato ma non operato. Il primario: «Mancavano elettrodi e protesi vascolare»
di Vanna Ugolini
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Sabato 6 Agosto 2022, 17:42 - Ultimo aggiornamento: 17:57

La mail è del 12 luglio e racconta da un lato l'esasperazione del primario di Cardiochirurgia, Valentino Borghetti e la situazione organizzativa di estrema difficoltà in cui versa l'ospedale di Terni. Il primario scrive al direttore generale del Santa Maria Pasquale Chiarelli e a tutti i coordinatori spiegando che quella stessa mattina ha dovuto «procrastinare» un intervento di cardiochirurgia dopo che il paziente era stato già sedato e intubato «per assenza di elettrodi per il monitoraggio cerebrale e per mancato reintegro della protesi vascolare».

«Sottolineo - prosegue il dottor Borghetti nella mail - che il paziente era già sedato e intubato e il cui intervento era stato rimandato tre volte per mancanza di posti letto».
La mancanza di materiale, secondo quanto ha scritto nella mail dal dottor Borghetti, all'ospedale di Terni sarebbe una costante: «Tale situazione, a mio avviso gravissima, va ad aggiungersi ai numerosi richiami per il mancato reintegro del materiale di base, identificabile nei fili di acciaio, della cera per osso, delle penne dermografiche».
Un episodio grave, che in molti, in ospedale leggono come l'ennesimo tentativo di depotenziare le alte specialità a Terni: «Far arrivare con ritardo o non far arrivare per niente il materiale nei vari reparti, soprattutto in quelli dove si opera - spiega un sindacalista - è una delle tecniche che si usano per depotenziare il reparto, non farlo funzionare al meglio, cercare di indebolirlo».

In questo caso c'è anche l'aggravante che il paziente era già stato sedato e intubato e che la carenza dei posti letto aveva fatto sì che l'intervento per il povero signore fosse già stato rimandato tre volte, come scrive nella mail indirizzara a tutti i coordinatori.
«Purtroppo - continua il dottor Borghetti nella mail - devo realizzare l'impossibilità a proseguire l'attività chirurgica perchè l'imprevedibilità della situazione organizzativa mi obbliga ad assumere rischi eticamente, deontologicamente e legalmente inaccettabili per me, per il personale e per l'azienda stessa». La mail si conclude con la richiesta urgente di un incontro con tutte le figure che si occupano di organizzazione e gestione «del materiale e dei presidi chirurgici» per «comprendere le problematiche e trovare, eventualmente, una soluzione a breve termine».
Dalla dirigenza dell'ospedale, interpellata sulla questione, è arrivata una nota stringata a firma dello stesso primario, Borghetti che scrive così: «Il reintegro dei presidi chirurgici, la cui mancanza temporanea è da attribuire a problemi di fornitura da parte del distributore locale, è avvenuto con tempestività, consentendoci di non interrompere alcuna seduta operatoria programmata».

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