Strade killer, meno incidenti ma il weekend
resta un incubo. Ecco i tratti più pericolosi

Strade killer, meno incidenti ma il weekend resta un incubo. Ecco i tratti più pericolosi
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Venerdì 22 Novembre 2013, 17:59 - Ultimo aggiornamento: 18:02
PERUGIA - Nel 2012, in Umbria, sono diminuiti gli incidenti stradali, con una riduzione sia dei morti che dei feriti.

Un trend positivo, rispetto all’anno precedente, confermato dai numeri. Sono stati, infatti, 2.358 i sinistri rispetto ai 2.856 del 2011, 50 i decessi a fronte dei 61 dell’anno precedente. Tremilaquattrocento le lesioni, invece, contro le 4.079 del 2011. Nello specifico, nella provincia di Perugia si sono registrati 1.650 incidenti stradali, circa il 70 per cento rispetto al totale regionale, che hanno causato 40 morti e 2.363 feriti. Tre decessi in meno rispetto all’anno precedente (-7,5%). Dati questi, relativi al panorama umbro e perugino, emersi dal rapporto annuale Aci Istat e resi noti, venerdì 22 novembre, da Ruggero Campi, presidente dell’Automobile club dell’Umbria e provinciale di Perugia, alla presenza di Luciano Della Vecchia e Stefano Vinti, rispettivamente assessore ai trasporti della Provincia di Perugia e alla sicurezza stradale della Regione Umbria, e di Daniele Giocondi, comandante regionale della Polizia stradale dell’Umbria. All’incontro, “Giornata della trasparenza” per il club, ha partecipato anche Sandro Simonetti, direttore dell’Automobile club di Perugia.



Le strade urbane, nella regione, si confermano i luoghi di maggiore incidentalità con 1.624 sinistri che hanno causato 16 morti e 2.222 feriti. Per quanto riguarda il dato provinciale, la percentuale maggiore di incidenti (66%) si registra nei centri abitati e sono, infatti, 1.094 quelli su strade urbane, con 12 decessi e 1.486 lesioni. Le strade maggiormente incidentate, sempre nel perugino, sono la Ss 003 via Flaminia e la Ss 685 delle Tre Valli umbre, le città in cui si è registrato il maggior numero di morti Perugia, Città di Castello e Spoleto. Secondo quanto emerso dall’incontro, è diminuito il traffico e sono calati gli incidenti sulla E45 «complice – hanno spiegato Campi e Giocondi – anche la crisi economica per cui le persone usano meno l’auto privata». È il giovedì, a livello provinciale, il giorno in cui si sono verificati il maggior numero di sinistri con i picchi più alti nelle fasce orarie 10-13 e 14-17, mentre la più alta mortalità si è registrata tra le 7 e le 9 del mattino. E il fine settimana resta comunque il momento più a rischio della settimana.



Comportamenti scorretti alla guida, con eccesso di velocità nel 36 per cento dei casi e distrazione nel 27 per cento, si confermano le maggiori cause di incidente stradale. «Mi piacerebbe – ha detto il presidente Campi – iniziare una ‘guerra dichiarata’ rispetto agli automobilisti che utilizzano i cellulari in macchina».

«Dobbiamo fare di più – ha spiegato Giocondi – per spiegare che la guida deve essere una condotta esclusiva». Da un confronto con il dato regionale e nazionale emerge anche che la maggior parte degli incidenti avvengono per scontro frontale o laterale. «A questo proposito – ha sottolineato Campi – sarebbe bene acquistare vetture che prestino attenzione ai sistemi di sicurezza». Le fasce di età più interessate dall’incidentalità nel perugino sono quella compresa tra i 30 e i 54 anni, seguita da quella 18-29 anni. «In questi anni – ha concluso Campi – per la sicurezza stradale abbiamo fatto tanto, ma faremo di più continuando a promuovere la formazione anche grazie al supporto di una struttura come l’Autodromo dell’Umbria in cui organizziamo corsi specifici e proseguendo la nostra attività in sinergia con le istituzioni e le forze di polizia».



«Si conferma un trend positivo – ha commentato Della Vecchia –, complici anche le azioni a favore della sicurezza stradale portate avanti sul territorio. Credo che sia necessario leggere bene i dati e mettere in campo interventi mirati». «L’Umbria – ha concluso Vinti – nel 2012 fa registrare risultati positivi anche rispetto al quadro nazionale, attestandosi come terza regione per riduzione del numero di morti, seconda per riduzione del numero di feriti e sempre seconda per riduzione del costo sociale. Ma molto è lasciato all’iniziativa regionale e locale, in assenza di un consistente impegno nazionale sul tema della sicurezza stradale».
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