Perugia e le sue spider: un tuffo nel
passato a bordo della mitica Duetto

Perugia e le sue spider: un tuffo nel passato a bordo della mitica Duetto
di Ruggero Campi
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Venerdì 22 Giugno 2018, 18:07
Si fa presto a dire Spider. Se ricordo bene all’Elce nel 1975 ce ne erano cinque: due in via degli Olivi, una in via del Beato Egidio e due in via Annibali Vecchi. I colori? Una grigio metallizzato, due nere, una blu e una giallo canarino. Tutte e cinque seconda serie, dunque coda tronca, e motorizzazioni 1300 cc, forse quella di colore blu 1600 cc, dunque con una potenza in cavalli vapore da 89 a 104 anche se - nel tempo – ne sono state costruite versioni con un pizzico di brio in più. Sto parlando di un’automobile sognata e desiderata, la Spider per eccellenza semplicemente nota come Duetto. Tra i sognatori mi ci metto anch’io e nel tempo ne ho possedute due: una beige versione “osso di seppia”, una grigia metallizzato versione “aerodinamica”. Entrambe con motore 1600 cc, ma la prima molto più potente grazie all’adozione del motore della Giulia Sprint GT Veloce. L’ultima ancora ce l’ho, praticamente nuova. Come tutti gli innamorati delle proprie automobili conservo gelosamente il porta documenti della Concessionaria Umbrauto con dentro il libretto d’uso e manutenzione, l’elenco degli accessori originali Alfa Romeo, la Guida ai Servizi assistenziali, il tagliando delle verifiche relative alla preconsegna e – come il primo dentino da latte – la matrice del primo tagliando a 1494 km, cioè 6 km in anticipo rispetto alla temporalità stabilita dalla casa madre. Il tutto per un prezzo di Lire 16.650.000, dignitosamente pagato a rate.

Nel 1983, quando appunto venne commercializzata la versione aerodinamica, la Concessionaria Umbrauto (Boriosi, tanto per intenderci) in via Settevalli ne aveva due esposte: una nero metallizzato con la capote “beige” e una grigio metallizzato con capote “nera” ed interno blu cobalto. La decisione non fu facile e alla fine l’opzione fu per il grigio, grazie al contributo decisivo di mio padre che non amava i colori scuri: secondo lui attiravano la polvere. E non aggiungo altro. Certo per anni il colore “giusto” era stato il rosso (anche se i perugini erano andati controcorrente) sia perché classico per le sportive di quell’epoca, sia perché nello specifico evocava le vicende di Benjamin “Ben” Braddock, interpretato dal giovane Dustin Hoffman, che nel celebre film “Il laureato” celebrava relazioni d’amore ambite da tutti. Erano gli anni in cui l’automobile aveva una grande forza evocativa, tant’è che ancora oggi quando si cita quel film la prima cosa che forse viene in mente è la Giulia Spider Duetto rossa e poi lo straordinario Dustin Hoffman.

Tornando tuttavia ad un “AlfaAmarcord” più territoriale, all’Elce quelle cinque Spider avevano ognuna delle caratteristiche singolari così come lo erano anche i proprietari; cerchi in lega campagnolo mille righe e il portapacchi (quella grigia in via degli Olivi), tromboncini di aspirazione e cerchi in lega neri quella nera, sempre nella stessa via. I due proprietari erano anche cugini: Massimo e Maurizio. L’altra nera, parcheggiata in via del Beato Egidio, era più aggressiva, solo per la guida un po’ troppo sportiva del suo proprietario, Alfredo, oggi avvocato. Le marce le tirava sempre e nella salita di Via degli Olivi, laddove fa capolino Via del Beato Egidio, riusciva nel sia pur breve tratto a far salire in seconda marcia i giri del motore fino a 4800. La blu transitava di tanto in tanto per l’Elce, mentre quella gialla (non certo discreta) era per lo più parcheggiata davanti al Bar Modugno o alla chiesa rionale. In entrambe le statiche situazioni la bella mostra era assicurata e i capelli a caschetto del proprietario completavano il quadretto del quartiere. E’ bene precisare che quel tipo di taglio all’epoca ce l’avevamo tutti perché i barbieri erano convinti che così andava la moda.

Ricordare tutto ciò non è frutto di chissà quale memoria, ma solo dovuto al fatto che la Spider era ambitissima, ce l’avevano in pochi e i tempi erano quelli in cui l’automobile “identificava”. Negli anni a venire, anche per la crisi, le Spider si sono sempre più diradate e solo con l’avvento delle cabriolet (la Golf, tanto per essere preciso) sono tornate a circolare le auto scoperte anche a 4-5 posti comodi, con il climatizzatore e il frangivento. Ma questa è un’altra storia e soprattutto altre sensazioni, come quelle che provo ricordando a me stesso e agli Alfisti che, per i tagliandi successivi al primo, poi mi affidai alle “mani” e all’”orecchio” di Gino Castellani e Guerriero Marchetti e il Duetto, dopo il loro trattamento, devo dire che volava. Provate a dire il contrario.
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