Terni, coppia settantenne nella rete dei truffatori che portano via oro per 80mila euro: «Conoscevano anche la malattia di mio marito»

Nadia e Gianfranco raccontano un'odissea durata due ore

Terni, coppia settantenne nella rete dei truffatori che portano via oro per 80mila euro: «Conoscevano anche la malattia di mio marito»
di Nicoletta Gigli
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Sabato 16 Marzo 2024, 08:46 - Ultimo aggiornamento: 09:02

TERNI - «Quando ho sentito che mio figlio Riccardo rischiava l’arresto dopo aver investito una donna non ho ragionato più. Avrei dato la vita per tirarlo fuori dai problemi».

Nadia, 75 anni, ternana, non è una sprovveduta.

Eppure lei e suo marito Gianfranco sono finiti nella rete di truffatori di professione, che hanno convinto la donna a consegnare gioielli del valore di 80mila euro oltre a 800 euro in contanti.

L’ennesima truffa si consuma lunedì. Stavolta i malviventi, oltre ai nomi dei figli, conoscono anche la patologia di cui soffre Gianfranco al punto che si raccomandano di fare l’insulina prima di andar via col sacchetto pieno d’oro, orologi e contanti preparato dalla 75enne.

Nadia e Gianfranco abitano a San Rocco.

Alle 12 e 30 suona il telefono e risponde lui.

«Sono il maresciallo dei carabinieri. La targa della tua macchina è sotto inchiesta per una rapina a Milano, devi venire in caserma». Gianfranco ubbidisce. Di lui si perdono le tracce perché i truffatori lo richiamano per farlo andare al Pra e tenerlo lontano da sua moglie.

Nadia in quel lasso di tempo ha altro da fare.

Quando è uscito il marito ha ricevuto una chiamata terribile: «Sono un avvocato amico di tuo figlio Alessandro. Riccardo è piantonato in caserma, ha investito una donna al semaforo e la signora sta per morire. Tuo figlio non vuole darti questo dispiacere ma io sono in contatto con la famiglia della donna in fin di vita. Servono 7mila e 500 euro più iva, fidati. Non dire niente a Gianfranco che col diabete rischia la vita».

Nadia, che legge i giornali ed è bene informata sulle truffe, perde la lucidità, fa di tutto per mantenere questo segreto che la spoglierà dei gioielli comprati in una vita.

«Non ragionavo più - dice ancora scossa. Come un automa ho eseguito gli ordini che mi dava al telefono, ho preso lo scalandrino per tirare giù la cassetta con bracciali, collane, anelli coi brillanti, orologi. Ho contato i soldi in casa, 800 euro, poi ho pesato l’oro, tre etti, e l’ho messo in una busta».

Al telefono il finto avvocato annuncia l’arrivo del collaboratore, che non trova la casa.

«E’ arrivato un ragazzo di colore, ha fatto le foto agli oggetti che avevo preparato e mi ha invitato a parlare con l’avvocato.

Poi se n’è andato, mi sono affacciata e già era sparito. Pensavo solo a come tenere nascosto il tutto ai miei, a mio marito».

Quando Gianfranco rientra capisce che qualcosa non va. Nadia è ancora al telefono, con l’avvocato che si preoccupa che suo marito abbia mangiato, perché non può rischiare di saltare il pasto per via del diabete.

Nadia quando riaggancia crolla, racconta quello che ha vissuto per salvare suo figlio, si vergogna di essere finita nella rete di truffatori di professione.

Il primo pensiero va a suo figlio e gli fa una videochiamata: «Riccardì come stai? Ho fatto un macello».

Suo figlio non capisce l’angoscia di Nadia ma lei, anche se ha perso un valore inestimabile tra oro e soldi, quando lo vede sereno si tranquillizza.

«Se avessi vinto 100mila euro non sarei stata così felice come nell’istante in cui ho avuto la certezza che a Riccardo non era successo nulla» dice.

Sull’ennesima truffa indagano i carabinieri di Papigno.

Nadia e Gianfranco sperano che quel sacchetto pieno di gioielli recuperato martedì dalla polizia stradale di Caserta nell’auto di due truffatori campani ora in carcere possa essere il loro. L’altro è stato restituito all’83enne ternana che martedì ha consegnato ai malviventi oro per 50mila euro per salvare suo nipote che, le hanno detto, aveva ammazzato una donna con la macchina ed era stato arrestato.

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