Terni, minacciato col coltello da un minore per una sigaretta: a Sant'Agnese i residenti fanno le ronde contro i pusher

Terni, minacciato col coltello da un minore per una sigaretta: a Sant'Agnese i residenti fanno le ronde contro i pusher
di Nicoletta Gigli
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Mercoledì 22 Maggio 2024, 07:18

TERNI - Ha la sigaretta in bocca e sta per accenderla quando si trova di fronte un ragazzino.

Avrà 15 anni e parla in arabo. Pretende che gli dia la sigaretta e al rifiuto del giovane sfodera una reazione che l’altro non si aspetta.

Gli strappa la sigaretta dalla bocca e poi cerca di prendergli il marsupio dove ha il pacchetto appena iniziato. Al rifiuto del ragazzo lui tira fuori un coltello a serramanico. Lo affronta e arriva a due centimetri dalla faccia, l’altro gli fa capire che non ha paura e a quel punto infila il coltello in tasca e si allontana pronunciando parole incomprensibili.

Succede a Sant’Agnese, uno dei quartieri dove lo spaccio di droga e la violenza sono un’emergenza da sempre.

Ne sa qualcosa il comitato dei residenti che da mesi sta combattendo contro situazioni che vanno avanti da anni ma che stanno diventando sempre più ingestibili:

«Noi come comitato abbiamo fatto una serie di esposti che andavano per punti precisi, definendo la geografia delle criticità, che si concentrano soprattutto attorno alle aree a fianco a via Fratelli Rosselli. Abbiamo visto gente armata di catene che se le dava in mezzo alla strada, abbiamo visto venti persone che si azzuffavano sotto le nostre case, gente ubriaca che si picchiava a sangue».

Gente che vive di furti per comprare la droga in un quartiere dove i residenti, e non da ieri, denunciano la presenza di immigrazione fantasma. Nei mesi scorsi nella zona ci sono stati diversi blitz della polizia per verificare le dichiarazioni di ospitalità presentate dai cittadini stranieri durante la richiesta del titolo di soggiorno.

«Ci sono persone che continuano a prendere case in affitto e poi infilano dentro una decina di stranieri senza documenti» dice un anziano che vive qui da quando era bambino. Lui è uno di quelli che si mette in gioco per contrastare violenza e spaccio. Insieme ad altri settantenni la sera si mette seduto tra via Mauri e via Bezzecca e resta li fino a mezzanotte per controllare i movimenti sospetti e nel caso avvisare le forze dell’ordine.

Una donna impegnata nelle ronde è stata minacciata più volte dai pusher. «Vai via o prendi uno schiaffo - le hanno detto - stai attenta che ti diamo fuoco alla porta”.

Le bande di giovani italiani e stranieri che vivono di spaccio, molti dei quali noti alle forze di polizia, raccontano i residenti, continuano a fare il bello e cattivo tempo e a tenere sotto scacco questo quartiere storico della città.

Quando li beccano vengono denunciati o arrestati per qualche ora e poi tornano lì come se niente fosse.

Quelli che vanno via vengono sostituiti con altri pronti a entrare nel giro dello spaccio.

«Questo quartiere non si può non proteggerlo, non può essere un parcheggio per criminalità e immigrazione irregolare ma la polizia e i carabinieri da soli possono fare poco» dice una ragazza arrivata da qualche anno che con altri va in giro a raccogliere rifiuti e bottiglie di vetro. E’ convinta che questo quartiere, se si investe sul decoro e sul rispetto delle regole, possa diventare luogo di azione e di esempio in una città che ha la vocazione all’accoglienza.

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