Le madri e le mogli uscite da mafia e 'ndrangheta sostenute dal Papa, «accanto a voi avete sempre Cristo»

L'udienza a Libera di don Ciotti che auspica per loro leggi in grado di appoggiarle

Le madri e le mogli uscite da mafia e 'ndrangheta sostenute dal Papa, «accanto a voi avete sempre Cristo»
di Franca Giansoldati
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Lunedì 30 Ottobre 2023, 11:48

Alle donne della mafia, della camorra e della 'ndrangheta che hanno fatto la scelta di uscire dal contesto criminale, a volte attraverso percorsi difficilissimi, Papa Francesco offre il suo sostegno. E assicura che Cristo è con loro.

«Benedico questa vostra scelta, e vi incoraggio ad andare avanti. Immagino che ci siano momenti di paura, di smarrimento... In questi momenti pensate al Signore Gesù che cammina al vostro fianco. Non siete sole. Vi consiglio di tenere sempre con voi un piccolo Vangelo. Ogni giorno leggetene un brano, con calma, e immaginate di essere con Lui, in mezzo ai discepoli. E in realtà è proprio così: Lui cammina con noi ogni giorno nella strada della vita. La sua croce dà senso alle nostre croci e la sua risurrezione è fonte di speranza» ha aggiunto Bergoglio. 

IL PERCORSO

L'ultima udienza che aveva in mattinata il Pontefice la ha dedicata a don Luigi Ciotti che con la sua associazione Libera da decenni combatte il fenomeno mafioso attraverso percorsi di recupero sul territorio e progetti particolarmente efficaci che si basano sulla Dottrina sociale della Chiesa. «È così: si diventa liberi non per magia, ma camminando con il Signore, condividendo i suoi passi, la sua strada, che passa necessariamente attraverso la croce e porta alla risurrezione». 

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Libera da diversi anni segue anche donne (mogli, madri, figlie) che hanno deciso di cambiare percorso, affrancandosi dall'ambiente inquinato in cui vivevano.

Don luigi Ciotti ritiene hce contro i boss la terza via da percorrere sia proprio quella delle donne e registra sempre più donne, soprattutto madri, che chiedono aiuto per fuggire. Per la legge italiana, ha spiegato più volte il sacerdote, non hanno diritto ad avere alcuna protezione, anche se hanno fatto la scelta più dirompente, ribellarsi e fuggire a regole severissime.

«Credo che si debba aiutarle e non solo per dovere etico, per una questione di umana solidarietà» ha detto Ciotti. All'inizio la via la hanno tracciata Rita Atria, Lea Garofalo, Piera Aiello, Felicia Impastato. Tutte appartenevano a famiglie mafiose. 

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