Niente più comunione per il presidente degli Usa Joe Biden, così come per gli altri personaggi pubblici di spicco che non aderiscono al dettame fondamentale della chiesa cattolica. La conferenza dei vescovi negli Stati Uniti ha deciso di definire con uno scritto quali devono essere le linee di «coerenza eucaristica» alle quali devono rispondere i fedeli più in vista nella comunità culturale, in quelle della politica e dello spettacolo, per continuare ad avere accesso al sacramento. Lo ha fatto nonostante il monito emesso dal Vaticano che incoraggiava ad evitare di esprimere un orientamento in materia, e al termine di tre giorni di dibattito acceso, e spesso rivelatore dei risvolti politici che la decisione implica.
Usa-Russia, vertice terminato. Putin: «Biden ragionevole e diverso da Trump»
Vescovi Usa, punita posizione abortista di Biden
L'iniziativa di compilare il documento è stata votata dal 72% dei 433 prelati (155 contro 55, con 6 astenuti), tra quelli ancora in carica e quelli che sono in pensione.
LA DISCUSSIONE
Il partito repubblicano che dopo la sconfitta di Trump è alla ricerca di una nuova leva per rilanciare l'immagine del partito, è ben felice di sposare la causa, e di chiedere sulla base dell'attacco finale all'aborto il consenso delle urne per il 2024. I risvolti politici sono emersi fin dall'inizio della discussione nel seno della conferenza episcopale, quando l'ex vescovo di San Angelo in Texas Michael Pfeipfer ha chiesto ai colleghi di concentrarsi sulle «iniziative a favore dell'aborto del nostro presidente, specialmente quella che riguarda l'infanticidio». Biden naturalmente non ha mai proposto o firmato provvedimenti che riguardano l'infanticidio, ma la bufala circola liberamente nei siti oltranzisti che alimentano il calore del dibattito. Il voto finale sulla questione il prossimo novembre non ha un esito scontato. Più probabile è la frattura che provocherà all'interno della comunità cattolica, la quale rappresenta un quarto dell'elettorato nazionale negli Stati Uniti.