Il Papa incontra israeliani e palestinesi, scoppia la polemica sui suoi messaggi

Il Papa incontra israeliani e palestinesi, scoppia la polemica sui suoi messaggi
di Franca Giansoldati
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Giovedì 23 Novembre 2023, 11:17 - Ultimo aggiornamento: 11:20

La guerra tra israeliani e palestinesi ha trasformato la giornata del Papa in un campo minato. Le udienze - ovviamente separate - concesse alle famiglie di Gaza e a quelle dei sequestrati nelle mani di Hamas hanno prodotto un autentico polverone tra smentite, precisazioni, rettifiche sul concetto di terrorismo.


VERSIONI
E dire che per non scontentare nessuno la rotta bipartisan del Vaticano era stata applicata con il bilancino nel corso dei due appuntamenti: venti minuti di colloquio a Santa Marta per gli israeliani e altrettanti ai parenti dei palestinesi in una saletta dell’Aula Paolo VI. L’equidistanza di Francesco si è misurata anche nelle parole pubbliche spese davanti ai fedeli, durante l’udienza generale. «Ho sentito come soffrono ambedue le delegazioni. Le guerre fanno questo ma qui siamo andati oltre le guerre: questa non è guerra, è terrorismo. Per favore andiamo avanti per la pace, pregate per la pace». I nodi al pettine sono arrivati successivamente, quando i due gruppi hanno riassunto ai giornalisti il significato del loro viaggio riportando la conversazione privata con il Pontefice. Per i palestinesi il Papa avrebbe parlato di «genocidio. Questo termine lo abbiamo tutti udito bene». Poi riferendosi ai massicci bombardamenti dell’esercito israeliano hanno precisato che finora fatto 13300 morti, di cui 5600 bambini e oltre tremila donne: «Tutti martiri». 


Questa versione però è stata smentita dal Vaticano: «Non risulta che il Papa abbia usato la parola genocidio.

Ha usato, invece, i termini in cui si è espresso durante l’udienza generale con i fedeli. Parole che rappresentano la situazione terribile che si vive a Gaza». In aggiunta, il cardinale Pietro Parolin è stato ancora più netto: «È irrealistico che Francesco abbia usato questo termine che solitamente viene utilizzato in situazioni ben precise». La smentita ha, ovviamente, lasciato di stucco i palestinesi: «Noi eravamo lì e abbiamo sentito bene quello che diceva».


Lo sconcerto è serpeggiato pure alla conferenza stampa degli israeliani, organizzata nella sede del Pitigliani a Trastevere. «Il Pontefice a noi ha detto che i fatti del 7 ottobre sono qualcosa che va al di là di una guerra: si tratta di terrorismo». Yeuda Cohen, padre di un ragazzo di 19 anni nelle mani dei miliziani, lo ha ripetuto diverse volte. Tuttavia c’era anche chi dal Papa si sarebbe atteso qualcosa di più esplicito, magari una denuncia pubblica sulla matrice terroristica di Hamas. Nadav Kipnis mentre mostrava le fotografie di parte della sua famiglia sequestrata, tra cui due bambini di pochi anni, ha spiegato: «Hamas il 7 ottobre ha attaccato persone innocenti e a Gaza usa i civili come scudi umani. Non si può fare alcun parallelo, non c’è equivalenza». 


LA DIPLOMAZIA


Anche in questo caso è toccato al diplomatico Parolin smorzare i toni: «È sempre difficile accontentare tutti, normalmente il Papa si riferisce in termini abbastanza generici ma evidentemente chi vuole capire, capisce. Non c’è bisogno di scendere nei dettagli». 
 

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