Trasloca l'Osservatore Romano, dopo 160 anni esce dal confine vaticano e va a via della Conciliazione

Trasloca l'Osservatore Romano, dopo 160 anni esce dal confine vaticano e va a via della Conciliazione
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 11 Novembre 2020, 17:22

Città del Vaticano - Dopo più di 160 anni l'Osservatore Romano trasloca, e viene trasferito all'esterno delle Mura Vaticane. Oltre il confine di Stato. Dalla palazzina ottocentesca situata a due passi dallo Ior e dalla Farmacia dove ha sempre avuto gli uffici, la redazione e le rotative, si trasferisce all' inizio di via della Conciliazione, nella sede della Radio Vaticana. Il trasloco è avvenuto oggi con la benedizione di monsignor Lucio Adrian Ruiz, segretario del Dicastero per la comunicazione, alla presenza, dei vertici del dicastero, del direttore del quotidiano, Andrea Monda, e dei giornalisti. Ovviamente anche il palazzo nel quale il giornale vaticano si è appena trasferito sia sede extraterritoriale, lo spostamento in sè resta un passaggio emblematico.

L'anno scorso, quando fu annunciato l'imminente trasloco, diede origine a malumori e proteste, tanto che qualche anziano monsignore dalla memoria lunga ricordava che il giornale vaticano durante il fascismo potè esercitare una informazione totalmente libera, criticando le leggi antiebraiche, facendo scrivere a Guido Gonella i suoi famosi Acta Diurna con i quali forniva un panorama completo della situazione internazionale, cosa che ai giornali italiani in quel periodo non era concesso per colpa della censura fascista. Più volte i gerarchi chiesero a Mussolini di sopprimere il quotidiano vaticano. Il duce ordinava puntualmente di sequestrare le copie ma visto che la redazione era al di là delle Mura Leonine non poteva fare nulla. Anche De Gasperi scrisse per un certo periodo sotto pseudonimo.

Ovviamente quelli erano altri tempi.

Oggi il trasloco è stato portato a termine per ragioni funzionali, previa ristrutturazione dell'attuale Palazzo Pio anche grazie ad una generosa donazione. In quel palazzo si concentreranno tutti i media per creare una migliore sinergia tra tutte le testate. Si realizza così la riforma dei media pensata cinque anni fa da monsignor Dario Viganò anche se poi fu congelata perché in Segreteria di Stato c'era chi si era messo di traverso.

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