Appello choc dalla Polonia al Papa, faccia luce sui vescovi che hanno insabbiato i preti pedofili

Appello choc dalla Polonia al Papa, faccia luce sui vescovi che hanno insabbiato i preti pedofili
di Franca Giansoldati
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Lunedì 29 Giugno 2020, 09:08 - Ultimo aggiornamento: 30 Giugno, 14:28

Città del Vaticano – Nella patria di San Giovanni Paolo II si sta scoperchiando il sistema ecclesiastico che portava ad insabbiare i casi dei preti pedofili. Visto che le lettere mandate in questi anni in Vaticano (a Papa Francesco, alla Congregazione dei Vescovi, alla nunziatura, alla Segreteria di Stato) hanno dato ben pochi risultati, un gruppo di 600 fedeli ha raccolto il denaro necessario per comprare una intera pagina pubblicitaria sul quotidiano italiano La Repubblica) in cui viene lanciato un clamoroso appello al pontefice a «riparare la Chiesa dalle ferite della pedofilia in Polonia dove la lealtà verso l'istituzione è cieca e sorda, più importante del bene delle vittime».

Gli inserzionisti aggiungono che finora la mancanza di una reazione decisiva da parte della gerarchia vaticana alle denunce di «comportamenti riprovevoli attribuiti ad alcuni vescovi è motivo di scandalo pubblico». I casi specifici di abusi e insabbiamenti appaiono elencati in un sito polacco, disponibile in varie lingue (www.dosckrzywdy.pl).

Sul sito viene spiegato che in diversi modi questi comitati di fedeli hanno «tentato quasi disperatamente di raggiungere il Santo Padre perché - affermano - amiamo la Chiesa e non possiamo più rimanere in silenzio di fronte alla quantità di male che sta crescendo in Essa.  Da tanti anni emergono delle accuse contro alcuni dei nostri vescovi, che, anche se fossero solo parzialmente vere, comprovano degli scandalosi abusi, relativi a simonia, mobbing/violenza contro i sacerdoti e altre persone consacrate e insabbiamento di casi di pedofilia».

In quel contesto compaiono i nomi degli arcivescovi «Sławoj Leszek Głódź, vescovo Jan Tyrawa del vescovo Edward Janiak, ma anche altri».

Il caso polacco naturalmente era ben presente in Vaticano dove da anni si allungavano ombre e sospetti per una prassi ampiamente applicata durante il pontificato di Giovanni Paolo II, tesa a salvaguardare l'istituzione a discapito delle vittime. Gli appoggi, per esempio, di cui ha goduto in Vaticano padre Maciel – il fondatore messicano dei Legionari di Cristo, scomparso nel 2008 senza che sia mai stato sottoposto ad un processo nonostante la sequela raccapricciante di violenze sistematiche su bambini e adolescenti – resta una prova indelebile della prassi di insabbiare ed evitare pubblici scandali.

L'anno scorso un docu-film disponibile su Youtube intitolato “Non dirlo a nessuno” e realizzato con una videocamera nascosta da una vittima di violenze, Anna Misiewicz, ha fatto scoppiare il bubbone. La donna era stata molestata quando aveva 8 anni. Parlando con i suoi preti carnefici ha raccolto le loro testimonianze di quando la toccavano, la baciavano e la violavano. «Lo so non avrei dovuto, ma ho ceduto a una stupida passione» gli ha detto uno dei preti ora in pensione. «Era il diavolo che mi consigliava». Il filmato è stato visto da 18 milioni di persone in Polonia (la popolazione polacca è di 38 milioni). 

Il vescovo polacco che ha insabbiato il caso del pedofilo che ha violato Anna è stato commissariato solo qualche giorno fa. Papa Francesco ha nominato monsignor Grzegorz Rys, arcivescovo Metropolita di Lodz, amministratore apostolico.

L'arcivescovo Wojciech Polak, arcivescovo di Gniezno e primate della Chiesa polacca, nonché delegato dell'episcopato polacco per la protezione dei bambini e dei giovani, ha commentato il documentario sugli abusi con una dichiarazione di circostanza nella quale informava l'opinione pubblica di avere investito il Vaticano della questione. «Il film che ho visto, mostra che gli standard di protezione dei bambini e dei giovani in vigore nella Chiesa non sono stati osservati».

Francesco ha da poco promulgato una nuova legge per rafforzare la lotta contro gli abusi, gli insabbiamenti e l trasparenza anche se proprio la trasparenza resta uno dei punti deboli di tante nazioni, Italia compresa, dove è di fatto un elemento inesistente. 

L'arcivescovo Polak aveva espresso il suo dolore per la sofferenza patita per ogni vittima alla quale, ha detto,  spetta sempre un'offerta immediata di assistenza psicologica, pastorale e legale. Il vescovo ribadiva la necessità di cooperazione della Chiesa con la giustizia civile al fine di proteggere i minori e punire i colpevoli. «Non c'è posto tra i ministri che abusano sessualmente di minori. Non intendiamo nascondere i loro crimini».

Proprio in questi giorni è stato reso noto il risultato di una verifica fatta dalla Conferenza Episcopale americana sull'impatto finanziario di tutte le richieste di risarcimenti avanzate dalle vittime degli abusi nel corso del 2019. Tra spese legali e risarcimenti sono uscite dalle casse della Chiesa 280 milioni di dollari in un anno.

Papa Francesco ha risposto all'appello dei fedeli polacchi attraverso una nota: «Il Santo Padre è informato dell'appello e prega per coloro che lo hanno rivolto. La Chiesa tutta deve fare il possibile perché venga applicata la normativa canonica, i casi di abuso vengano allo scoperto e i colpevoli di questi gravi delitti siano puniti».



































 

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