9 novembre 1989, crolla il muro di Berlino

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«Da stasera la frontiera è aperta». Con questo annuncio fatto dal leader del partito comunista berlinese, Gunter Schabowsky il 9 novembre 1989 si dà il via allo smantellamento del Muro di Berlino, il principale simbolo della Guerra fredda, fatto costruire nel 1961 dal regime di Walter Ulbricht. Tra il 1949 e il 1961, circa 2,5 milioni di cittadini della Germania Est emigrarono verso la Germania Ovest attraverso Berlino. Gli investimenti occidentali avevano trasformato Berlino in una vetrina del capitalismo, permettendo agli abitanti della Germania Est di osservare il benessere e le libertà del modello occidentale. L'accesso a Berlino Ovest era relativamente facile, e da lì era possibile prendere un aereo per la Germania Occidentale, il che rappresentava un problema per il governo della DDR. Nel 1961, i sovietici e il governo della DDR decisero di fermare l'esodo con la costruzione del Muro di Berlino. Si trattava di una barriera fisica fortemente sorvegliata che chiudeva completamente l'accesso a Berlino Ovest. I lavori iniziarono la notte tra l'11 e il 12 agosto 1961 e il 13 agosto vennero ufficialmente chiuse le frontiere tra le due Germanie. Il 9 novembre 1989 il crollo definitivo.