Compagno la picchia e le tira una pentola d'acqua bollente, insultata e maltrattata per mesi

Un 50enne allontanato da casa

Compagno la picchia e le tira una pentola d'acqua bollente, insultata e maltrattata per mesi
di Maria Letizia Riganelli
3 Minuti di Lettura
Giovedì 22 Febbraio 2024, 06:24

Lancia una pentola d'acqua bollente con le patate lesse contro la compagna e poi le frattura un braccio. Cinquantenne di Viterbo allontanato dalla casa familiare con applicazione del braccialetto elettronico. L'uomo, che ha diversi precedenti per furto e detenzione di droga, per un anno ha massacrato la compagna a botte e insulti.

Terni, "Ho colpito mio marito per difendermi, mi maltrattava": la difesa della donna che l'ha ferito col coltello

La donna, che per mesi ha sopportato, a ottobre scorso ha deciso di mettere fine all'incubo chiedendo aiuto alla polizia. Poco prima il suo compagno, adirato per l'ennesimo inutile motivo, le aveva lanciato la pentola dove stavano bollendo le patate per la cena. La donna centrata in pieno è caduta all'indietro e mentre era terra senza possibilità di rialzarsi il compagno le ha fratturato il braccio sinistro. L'indagine lampo della Squadra mobile ha permesso di accertare i maltrattamenti che hanno portato il gip ha emettere un'ordinanza di allontanamento.
Quella sera di ottobre a casa dei due arrivò la Volante che dopo aver messo in salvo la vittima allertò il questore che ammonì il 50enne. «Dopo il grave episodio di violenza - spiega la Questura che provocava l'emissione del provvedimento questorile - la donna decise di tornare a convivere con l'uomo, ma in breve tempo sarebbero ricominciati i maltrattamenti». A gennaio la donna, esasperata, ha deciso di troncare definitivamente la relazione e presentare una denuncia. Davanti alla polizia la vittima è riuscita a raccontare tutto, mesi di insulti e violenze. Quello di ottobre è stato solo l'ultimo e il più grave.
La storia tra i due, iniziata l'estate del 2023, sarebbe subito diventata violenta. Il cinquantenne fin dall'inizio avrebbe sottoposto la donna a un quotidiano regime di umiliazione, che diventava un incubo quando faceva uso di alcol o droghe. «Non vali niente, sei solo una poco di buono», le ripeteva in continuazione. E quando le parole non bastavano la colpiva e spaccava qualsiasi cosa trovava davanti. Schiaffi in faccia, calci, pugni. «Mi scuoteva prendendomi per il collo - ha raccontato la donna agli agenti - diceva che aveva sete di vendetta e che voleva uccidermi. È arrivato perfino a tirarmi il tavolo di legno che avevamo a casa».
Dopo la denuncia il cinquantenne non si è arreso e per giorni si è presentato sotto casa a spaventarla.

Minacce di morte e insulti che hanno indotto il gip del Tribunale di Viterbo a rafforzare la misura con l'applicazione del braccialetto elettronico.

© RIPRODUZIONE RISERVATA