Lo storico palazzo dei conti Cozza Caposavi a Bolsena, trasformato in residenza d'epoca dalla nobile famiglia proprietaria, è calamita di artisti e vip di fama internazionale. «Avevamo due strade: vendere o aprire al pubblico», racconta Francesco Cozza Caposavi Ves, membro più giovane della famiglia. «I costi di manutenzione e di ristrutturazione hanno indotto a interrogarci sul senso di vivere in una casa del 500 costituita da più di duemila metri quadri calpestabili e lavorare solo per il suo mantenimento», ammette.
La mancanza di finanziamenti per strutture del genere ha fatto il resto. Ed è così che nasce l'idea di farne un b&b di lusso. «Il soggiorno non è quello dell'albergo standard, ma si ha la sensazione di vivere in una dimora aristocratica e quasi di farne parte. Oggi la qualifica di residenza d'epoca è utilizzata un po' da tutte le case antiche aperte al pubblico, ma poche hanno davvero conservato quel raro charme e quei migliaia di elementi al suo interno che insieme creano un'atmosfera di altri tempi», continua Francesco Cozza Caposavi Ves. Una soluzione che ha consentito di preservare uno spaccato di storia, in cui gli ospiti possono immergersi.
Qui hanno soggiornato Carlo di Borbone, Stendhal, Papa Pacelli vi celebrò messa. Queste stanze hanno visto il passaggio anche di diversi scrittori come Giovanni Verga, Felice Cavallotti, Giovanni Prati. Ma pure del compositore Pietro Mascagni e di Guglielmo Marconi. Dagli anni 60 agli anni 70 la famiglia ha ospitato il gallerista Plinio de Martiis che ogni estate portava con sé i suoi artisti, come Alberto Burri, Mario Schifano, Robert Rauschenberg e Cy Twombly che dipinse una serie di tele intitolate proprio Bolsena. Poi vennero Federico Fellini e Alberto Moravia.
Quindi nel 2005 Paul Haggis, tornato l'anno successivo con Clint Eastwood per festeggiare insieme alla città lacustre la vittoria dell'Oscar. «Tutti questi personaggi hanno lasciato libri, lettere, foto, documenti autografi». Delle vere chicche, ammirabili da tutti gli ospiti.
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