Il paziente tipo? Anziano o comunque affetto da più patologie. Quasi 700 vaccini contro il Covid nei tre giorni di open day organizzati sinora dalla Asl di Viterbo. L’ultimo, domenica 7 gennaio, ha contato 143 prenotazioni a cui si sono aggiunti diversi utenti, tanto che a fine giornata il computo dei vaccinati contro il SarsCov2 è salito a 209. Per fare un raffronto e rendere la misura dell’elevato tasso di adesione, basti pensare che nel resto del Lazio meglio ha fatto solo la Asl Rm2 che però ha un bacino d’utenza di oltre 2 milioni di persone. Latina, tanto per continuare i raffronti, si è fermata a 92. Nella giornata di domenica i medici della Cittadella hanno anche somministrato 29 dosi di antinfluenzale e 5 contro lo pneumococco.
Intanto, Silvia Aquilani, direttrice del Sisp, il Servizio igiene e sanità pubblica, continua a mettere in guardia: “A preoccupare più del Covid è l’influenza”. I numeri dimostrano il perché: nel rilievo effettuato ogni venerdì – parziale, visto che il tracciamento è saltato, ma comunque significativo – emerge che nella settimana dal 29 dicembre al 5 gennaio nel Viterbese i nuovi contagiati ufficiali sono stati 73, con 32 ricoveri e due decessi. La settimana precedente i numeri erano più alti: 125 nuovi positivi, 35 ricoverati e un decesso. Morti che, sottolinea l’esperta, sono “con” Covid e non “per” Covid: insomma, i pazienti presentavano altre patologie causa primaria dei decessi.
E l’influenza? L’incidenza a livello nazionale è in linea con quella che si rileva sul territorio: 17,5 casi ogni mille abitanti.
Una simile situazione si ripercuote anche sugli accessi al pronto soccorso e i ricoveri, con numeri sempre crescenti. I consigli della Aquilani? “Usare la mascherina, sottoporti al tampone se sintomatici, assumere farmaci antivirali nei primissimi giorni di infezione, lavorare sulla diagnosi differenziale per distinguere l’influenza dal Covid e fare riferimento al medico di base che può attivare la Uce, Unità di continuità assistenziale che lavorano a domicilio, così da evitare di affollare il pronto soccorso”, conclude.