Eppure, tutto sembrava fatto: il Governo aveva dato il via libera al tracciato verde, per il quale sono già stanziate le risorse necessarie, ovvero 400 milioni. E, invece, a squartare il velo dell'ottimismo arrivano le associazioni ambientaliste Italia Nostra, Lipu, Wwf, Grig (Gruppo di intervento giuridico) e Forum ambientalista che hanno sottoscritto il ricorso al Tar del Lazio. Cosa succede ora? Presto per dirlo. L'ipotesi più temuta è che il tribunale amministrativo blocchi tutto in attesa di pronunciarsi (come accaduto per l'ospedale di Belcolle, dopo il ricorso della ditta arrivata seconda in graduatoria).
«Il ricorso è un diritto e nessuno può negarlo, ma certo sostiene il presidente dell'Ance, Andrea Belli - si rischia di fare la fine della Cassia: con ricorsi e veti, si sono persi i finanziamenti. Finalmente, sulla Trasversale abbiamo una scelta forte del Governo e ci sono i fondi per procedere. Mi auguro che il Tar non pronunci una sospensiva». Perché se ora le risorse ci sono, non è detto che il prossimo governo, di fronte a tanti intoppi, non decida di spostarle altrove. «Il percorso verde conclude è il giusto compromesso tra la tutela dell'ambiente e quella dei soldi pubblici, visto che gli altri progetti costano troppo. In Italia si dicono troppi no a prescindere e, dietro la pretesa di difendere l'ambiente, a volte si celano posizioni ideologiche. Anche noi abbiamo a cuore la salvaguardia della natura, ma le merci le dobbiamo muovere e in qualche modo a Civitavecchia dobbiamo arrivarci».
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